Difficile non rimanere affascinati e coinvolti dall'ascolto di questo cd. Qualunque sia il mood che vi caratterizza, non potrete non apprezzare l'atmosfera opprimente che emana da questo quartetto d'archi di Schubert. Scritto in un momento della sua vita non proprio tra i migliori (1824), mal si adattava al gusto del pubblico degli inizi dell'ottocento quando fu eseguito per la prima volta e mal giudicato.
Lugubre, con rari momenti di luce come l'andante con moto del secondo movimento, vi trasporta con la sua delicata malinconia oltre i classici pensieri negativi, dove si instaura l'assenza del sentire, quando l'emozione musicale prevale sul contingente. Ci si potrebbe chiedere come sia possibile creare sensazioni del genere senza un ricco armamentario ultratecnologico, ma solo con quattro strumenti a corda non elettrici. Nei momenti più intensi vi sembrerà di ascoltare un'intera orchestra, è difficile realizzare che tutto ciò possa scaturire soltanto da due violini, una viola e un violoncello.
Il tema della morte, e soprattutto della promessa di serenità nel suo grembo, viene evidenziato da continui cambi di intensità, che non abbassano mai la tensione dell'intreccio musicale. "Non sono cattiva, dolcemente dormirai tra le mie braccia" recita la morte nella poesia di Matthias Claudius da cui trae ispirazione tutta l'opera. Lo sconfortante equilibrio di questa scelta tra vita e morte, la tristemente realistica uguaglianza tra le due sorti è probabilmente ciò che l'autore ci vuole comunicare in maniera così sublime.
Nel cd è contenuto anche il quartetto di Beethoven Nr. 16 in Fa maggiore op. 135 che però non raggiunge lo stesso pathos del lavoro di Schubert. L'ascolto riporta in una decisa atmosfera ottocentesca, che può avere il suo fascino.
L'interpretazione del quartetto salisburghese Hagen non delude.
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