Conoscete la teoria dei sei gradi di separazione? Quella che ipotizza che ogni individuo è collegato a un altro attraverso altre sei persone. In parole semplici, per incontrare Robert De Niro, a meno che non avvenga miracolosamente per caso, devo servirmi della conoscenza di sei intermediari, ovvero le persone giuste che possano permettermi di familiarizzare con l'incommensurabile attore italoamericano. Teoria piuttosto strampalata ma affascinante, ipotizzata dallo scrittore ungherese Frigyes Kharinty in un suo racconto, trasferita a teatro in una commedia di John Guare e sdoganata dal regista Fred Schepisi in questa pellicola.
Premetto subito che questo film non ha avuto l'attenzione che meritava: purtroppo fa parte di quel sempre più gremito pianeta di eccellente cinematografia passata in sordina nella normale e consueta distribuzione e finita nel dimenticatoio. Il motivo appare ai miei occhi del tutto inspiegabile e misterioso perchè questo film è veramente una piccola perla a cui è doveroso rendere giustizia e sono felice che qualcuno lo abbia già fatto in rete, qui me ne prendo la responsabilità personalmente, con onestà intellettuale, s'intende.
La storia ruota attorno ai Kittredge, una coppia newyorkese di mezza età, borghese che più borghese non si può, che s'imbatte per caso in un ragazzo di colore che si presenta loro come figlio dell'attore Sidney Poitier. Il giovane si fa ospitare a casa loro, dicendo loro che è un ex compagno di scuola dei figli, li affascina, li soggioga con arguta dialettica, disquisendo con loro di tanti argomenti, prepara loro una cena coi fiocchi ma all'indomani a Flan e Ouisa Kettridge spetta presto una spiacevole sorpresa... e qui mi fermo perchè questo film è tutto da godere nella sua avvincente progressione di eventi che porta la coppia a rivedere le proprie convinzioni, i punti di riferimento della propria esistenza in un microcosmo limitato e influenzato dalle solite banalità fatte di apparenza e poca sostanza.
La sceneggiatura e i dialoghi sono scorrevoli e colmi di brillante vivacità pari a una qualunque pellicola newyorkese del migliore Woody Allen; il cast è decisamente all'altezza, su tutti spiccano Donald Sutherland, un ancora sconosciuto Will Smith, Ian Mc kellen e l'immensa Stockard Channing (dalla Betty Rizzo di "Grease" ne ha fatta di strada!) che interpreta Ouisa Kettridge, quello che secondo me è il personaggio chiave del film, il più intenso.
Fred Schepisi, fra alti e bassi della sua carriera, con "Sei Gradi Di Separazione" dimostra di essere un abile direttore artistico, padrone della situazione, di saper scegliere gli attori giusti e metterli a proprio agio per cavar loro il meglio.
Una commedia amara e divertente che fa riflettere sui casi della vita che possono essere occasioni per crescere.
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