Siamo tutti d'accordo nel dire che di grandi artisti, quelli che chiamiamo "icone", ne nascono uno ogni mille star e starlettine che affollano le nostre classifiche. Checchè se ne dica, Frederick Bulsara è stato indiscutibilmente un simbolo, un'icona, un mito.

Eclettico, stravagante, istrionico, al suo genio si devono canzoni entrate nella storia, veri e propri inni come "Bohemian Rhapsody", "Who wants to live forever", "Let me live", "Innuendo". Precursore del glam, inventore dell'opera rock, apripista della moda del videoclip, gli aggettivi per descrivere questa figura cardine della scena rock internazionale di tutti i tempi si sprecano. In lui si fondevano irrequietezza e candore, gioia di vivere alternata a momenti di cupa disperazione, ma soprattutto coraggio, grande coraggio di essere sempre e comunque fuori dalle righe, dagli schemi, dalla morale comune.

Non esita a presentarsi in scena con attillatissime tutine multicolori (chi non ricorda il video di "Friends will be friends") che ne esaltavano il fisico atletico, non esita a travestirsi da donna (in "I want to break free" sfoggia una minigonna che mostra gambe da vera top model) e soprattutto non nasconde al mondo prima la sua natura di omosessuale felice e poi il dramma della malattia.

Forse uno degli ultimi veri geni musicali dei nostri tempi, un mostro sacro che se n'è andato troppo presto. La lunga discografia dei Queen non fa altro che sciorinare perle musicali che contribuiscono a dare luce all'estro compositivo e canoro di Freddie, questo invece è un album che raccoglie tanti spin-off, tanti progetti solisti realizzati parallelamente al lavoro dei Queen da cui non si è maiseparato, ma cbe non gli hanno impedito di realizzarsi anche in proprio.

Undici "esercizi di stile" che un po' si discostano dall'imponenza rock a cui la Regina ci aveva abituati. "The great pretender", ad esempio, è la cover di un celebre brano sixties cantato anche da Elvis, nel cui video Freddie si atteggia a seduttore dichiarandosi un bugiardo che sa anche mentire bene, nascondendo la propria solitudine. Voce sontuosa e solita autoironia per un pezzo classico, ma che non ha niente di vecchio o noioso. "Foolin around", "Let's turn it on", "Yor kind of lover", si assomigliano un pò tra loro, piccole sortite nel pop facile di uno che ha fatto del rock, da sempre, il suo pane. Pezzi facilotti, ritmi accattivanti, voce un pò smorzata (quasi disco-music in alcuni tratti) che tuttavia risultano lo stesso simpatici. Al di là del cazzeggio, in alcuni momenti profondamente autobiografici scopriamo il tormento di un animo artistico, con tutte le sue insicurezze e paure. In "Mr. Bad Guy", Freddie ci parla di sè in maniera dissacrante e giocosa com'era nel suo stile. Beh, sappiate che lui è proprio un signor cattivo ragazzo e voi non potrete fare a meno di prenderlo a simpatia così com'è, ma è in "In my defence" che svela tutti i suoi dolori. Pezzo dalla melodia meravigliosa, sentitamente doloroso eppure autentico, cantato con una voce sofferta eppure leggera, che si libra con la consueta potenza a dichiarare che lui è solo un cantante con una canzone, che non c'è niente che lui possa fare per aggiustare ciò che è sbagliato e in sua difesa... beh, non c'è null'altro da dire. C'è tanto ancora da dire sulle altre tracce di questo cd, la strumentale "Exercises in free love" (musicalmente ineccepibile e poetica, Freddie sapeva essere anche molto "classico"), lo strafamoso singolo disco-glam spaccaclassifiche che fu "Living on my own" che ancora oggi impazza nelle dancefloors e che all'epoca lanciò il tormentone "dee-do de-de, dee-do de-de". "Barcelona" fu l'inno delle olimpiadi spagnole del 1992, competizione che Freddie non vide mai ma che onorò lo stesso con la sua voce tenorile, delicata come una carezza eppure forte, in questo prestigioso duetto con il soprano spagnolo Montserrat Caballè dove le due voci, quella maschile rock e quella femminile lirica si fondono insieme a cantare le lodi della città catalana in un'inaspettata eppure bellissima armonia.

Ma, come Freddie stesso dice nel pezzo forse più bello e carico di suggestione di questo cd, "Time waits for nobody" e questo straordinario personaggio ci lascia nel 1991, dopo una vita spesa e raccontata in musica, in studio fino agli ultimi minuti in cui è stato in grado di reggersi in piedi (le registrazioni di "Made in Heaven" continuarono anche con lui ormai pelle e ossa, su una sedia a rotelle, interrotte frequentemente per il riacutizzarsi dei sintomi del male), circondato dall'affetto di milioni di fans in tutto il mondo che piansero il genio, la sregolatezza, ma sopratutto l'uomo che colpito dalla "peste del secolo" non si nascose, ma restò fino all'ultimo davanti alle telecamere per denunciare, far sentire la sua voce ancora straordianriamente potente e quasi per nulla intaccata dal virus, anche in aiuto di chi, come lui, sapeva di essere inesorabilmente destinato a dover lasciare troppo presto questa Terra.

L'ultima sua immagine è quella dell'ultimo fotogramma del video "These are the days of our lives", dove nè il cerone nè l'ausilio del bianco e nero riescono a celare la magrezza e le occhiaie e proprio quel volto scavato che mormora "I still love you" è l'ultima immagine che abbiamo di uno straordinario interprete rock, un anticipatore delle mode ma studioso dei grandi classici che fece della trasgressione la sua bandiera... lo ricorderemo sempre trionfante nello stadio di Wembley strapieno ed in adorazione mentre irrompe in scena con la corona e il mantello... cercando di pensarlo nel momento in cui aggrediva le folle oceaniche in tutina bianca e giubbetto giallo giocando sensualmente con l'asta del microfono, quando la bestia nera che se l'è portato era ancora lontana... ci manchi Freddie. manchi alla musica che dopo di te non ha più avuto un esponente di tanto peso, ci manchi perchè sapevi di essere un grande ma sembrava che non te ne fregasse niente, impegnato com'eri a prenderti e a prenderci in giro. L'hai detto tu che nessuno vive per sempre, nessuno osa amare per sempre... e come hai detto in un'intervista... "C'est la vie"... someone still loves you.

Carico i commenti...  con calma