Ok, lo so. Il nome della band è davvero brutto, ma fortunatamente mai come in questo caso l'abito non fa il monaco.

Sono in tre, vengono da Washington D.C. (che già per fare un certo tipo di musica non è un brutto posto in cui nascere) e come tutte le cose migliori sono già belli che andati (cioè sciolti). Li ho conosciuti per caso ed in tempi recenti grazie ad un loro pezzo coverizzato dai Thrice nella loro serie di album "The Alchemy Index". Non vi piacciono i Thrice? Meglio così, anche perché con loro non centrano una mazza. Sarà perché li ho conosciuti in sordina ma questi tre tizi mi hanno sconvolto.

Attivi dal 1993 al 1999, già vanno solo stimati per essere stati scelti dai Refused come loro 'opening act' (spero si dica così) nel loro Farewell Tour europeo del '98. Ma vanno stimati ancor di più per la loro proposta musicale fatta di punk, math rock ed indie rock. Se state pensando ai soliti nerd che si divertono con le sperimentazioni, credetemi, vi state sbagliando di grosso. Se non conoscete il gruppo, ma sopratutto l'album in questione, ve lo definirei con un semplice aggettivo: EVOCATIVO. Questo "And We Washed Our Weapons In The Sea" (titolo a parer mio bellissimo) si discosta abbastanza dalle altre loro produzioni, inclini sopratutto ad un certo punk hardcore simil Fugazi (sperimentazioni incluse). Qui troviamo anche sonorità più atmosferiche con uno spessore che metà gruppi indie anni 90 se lo sognano. Ecco, direi che è tutto una questione di spessore. Spessore che per me vuol dire avere quel tanto in più da elevare un prodotto musicale dal marasma delle uscite discografiche; un ascolto che diventa quasi un esperienza catartica.

Esempio massimo è il pezzo bomba "Belgian Congo": un post rock dove nei minuti finali viene praticamente ribaltata la 'forma' canzone; oppure "The Earth Isn't Humming" (il pezzo coverizzato dai Thrice): una ballata funky atipica con il suo ritmo dissonante e straniante. Per farci capire che ci sanno fare anche con l'hardcore i Frodus confezionano "Red Bull Of Juarez", un assalto math rock dai tempi dispari e pezzi come "Year Of The Hex" dove disperazione vuol dire urla disumane. Ho parlato di uscite discografiche, ma con i Frodus siamo in pieno stile DIY: casette, demo autoprodotti dove la qualità audio è pura utopia, split con band misconosciute e live a basso prezzo. Purtroppo questa politica porterà al gruppo un cambiamento di un numero impressionanti di etichette (per citarle alcune: Carcrash, Fueled By Ramen, Magic Bullet, Tooth And Nail) e sopratutto una visibilità in Europa pari (più o meno) a zero.

Per concludere, i Frodus fanno parte di quella schiera di gruppi anni 90 di cui i ragazzini ci facevano le (fighissime) casette mixtape da allegare in qualche fanzine amatoriale. A parer mio, "And We Washed Our Weapons In The Sea" è una gemma dell'underground da riscoprire.

Ascoltatelo!

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