La Polonia sta diventando una terra fertile per il metal. Da quelle terre ci arrivano proposte davvero promettenti in ambito metal e derivati.
È il caso di questi Frontside, arrivati al loro secondo disco dopo il fortunato “ ...and forgive us our sins”, disco che talmente aveva affascinato la critica da esser nominato come miglior uscita metal del 2003 vincendo un prestigioso Grammy. Il genere che più si addice al combo polacco è un metalcore abbastanza aggressivo, forse la diretta risposta ai gruppi di stampo americano quali Killswitch Engage o Mushroom head e questo nuovo “Twilight Of The Gods – A First Step To Mental Revolution” ne è un semplice e diretto messaggio.
Sicuramente, ci troviamo di fronte ad un lavoro che prende a piene mani dai territori thrash più estremi, quali appunto gli Slayer, ma sono presenti grosse influenze anche che strizzano l'occhio al death floridiano, quindi non stupitevi se sentirete muri sonori che richiamano alla mente gli Obituary o i Morbid Angel. È buona sicuramente la prova della band, che in un tripudio di chitarre distorte e di riff stoppati, voci urlate e grida violente, riesce bene o male a creare della canzoni abbastanza personali, dal sound non inconfondibile, ma gradevoli e dotate della giusta potenza. Si decolla repentinamente con “Apocalypse continues” ricca di ottimi riff e di violenza sonora appagante: troverete riff thrash che richiamano alla mente i primi Machine head con in sottofondo voci in growl molto ben riuscite. “Burden hell” continua sulla falsa riga del brano di apertura: un brano veloce e diretto, potente quanto (non) basta. “Messiah Syndrome” mi sembra che riproduca per ora un riff già sentito nelle prime due song, e mi ritornano alla mente di nuovo i macine head nell'approccio solista alla chitarra.
“We are destined to Burn”, “Hurricane” e “Appeal for forgiveness” seguono questa storia stilistica, fatta di ritmiche forsennate e riff stoppati, con sfumature di Slayeriana memoria. L'energia di questi brani, per quanto non originalissimi, è davvero enorme, molto adrenalinici e dotati di rara carica. Interessante l'intro lento (ricorda quasi uno di quegli intro alà Metallica) di “Absolution hours” mentre insolite aperture melodiche accompagnano “Embrace this promise” . Gli ultimi tre brani sono ancora una volta testimonianza di potenza e aggressione: “Shape of pain” (nonostante sia ancora presente un ritornello molto melodico), “Redemption Symphony”, dalla forsennata ritmica alla batteria e “Exhaling final breath”. Una nota positiva merita l'artwork: molto sanguinolento e leggermente brutale, il che rende affascinante l'acquisto.
Sicuramente un buon lavoro da parte di questi 5 ragazzi polacchi. Ci vorrebbe un po' più delle proprie capacità. Gli scimmiottamenti ad altre band più famose ci possono stare, sicuramente, ma ne abbassano la qualità di un disco di questo genere, in cui si chiede appunto l'originalità e la personalità visto che le uscite “totalmente” nuove scarseggiano. Mi consola il fatto che i Frontside abbiano mezzi e capacità per approfondire la loro strada in maniera più coscienziosa e sviluppando quanto di buono possono fare.
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