Una voce vicina, molto vicina, a quella di Freddie Mercury. E' questo il primo pensiero che mi viene in mente ascoltando la voce di Nate Ruess. Il timbro è molto simile a quello del leader indiscusso dei Queen, una delle voci più belle della storia del rock. Alta, esplosiva.

La somiglianza con i Queen si avverte anche nella prima traccia dell'album "Some Nights Intro": qualcosa alla Bohemian Rhapsody, stile operetta. O meglio stile "A Night At The Opera".

Ma la notte all'opera inizia e finisce con l'intro. Dalla seconda traccia (l'estratto omonimo dell'album "Some Nights") in poi inizia una riflessione adolescenziale introspettiva. I testi parlano di evasione dalla realtà, dei turbamenti tipici di chi è a metà tra l'essere bambino e l'essere adulto, del desiderio di affermarsi e di far vedere al resto del mondo chi sei e cosa puoi fare. La rabbia, la frustrazione, i momenti felici e quelli tristi di chi è fermo nel limbo tra fanciullezza e età adulta, di chi vorrebbe cambiare tutto ma ha paura di fare anche solo un passo. Di chi è prigioniero di questa paura,di chi è intrappolato tra barriere inesistenti. Di chi non ha ancora trovato un motivo per combattere e di chi si è perso:

"But I still wake up, I still see your ghost

Oh Lord, I'm still not sure what I stand for oh

What do I stand for? What do I stand for?

Most nights, I don't know anymore..."

Un inno alla giovinezza, un inno a quel periodo della vita in cui passi da alte vette di felicità a momenti di pura depressione.

L'album stesso passa da esplosioni di allegria, come ad esempio in "We Are Young" (the moon is on my side, I have no reason to run), a momenti cupi, come ad esempio "All Alone" (no one's gonna fix me when I'm broke...).

Traccia da far notare è sicuramente "Stars": un concentrato di solitudine e di voglia di spaccare tutto. Cambi ritmici e voce leggermente distorta, echeggiante, giustamente, tra le stelle. Questa canzone è dedicata a chi si sente ancora nebulosa, un insieme indefinito di gas e materiale senza nome. A chi ancora non sa di poter brillare di luce propria.

"Some Nights" è un album per chi ancora non ha trovato quello che cerca. E per chi è sempre rimasto adolescente.

Un buon album, sicuramente una novità degna di nota in questo periodo sempre più buio per la musica. I Fun possono migliorare e, se migliorano, possono fare grandi cose.

"May your past be the sound

Of your feet upon the ground

Carry on"

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