No... sul serio!? Davvero, quasi stento a crederci, eppure le mie lunatiche e schizzinose orecchie hanno dato il loro responso e, accipicchia, è un verdetto più che positivo! Da quanto tempo il Pop non produceva qualcosa di nuovo e veramente degno di lode? Tanto, decisamente troppo: dopotutto il cosiddetto mainstream è un mondo che elegge madonna come sua regina incontrastata da decenni, pronto a celebrare i carrozzoni mediatici delle britney spears e delle lady gaga di turno e perfino a sperticarsi in contorsioni ed arrampicate sugli specchi pur di trovare qualcosa di buono nella tristissima kylie minogue. Un mondo che esalta gli starnazzi molesti delle varie anastacia, beyonce, amy winehouse, alicia keys e adele, capace di vendere per genio una desolante ed insopportabile macchietta come mika. Anche sul versante più wrroooccck buio pesto, con i vari coldplay, oasis e derivati, green day, red hot chili peppers e gruppettini lagnosi degni della peggior tradizione neomelodica napoletana come se piovesse (train, one republic, the fray...) ad imperversare su radio e canili tematici assortiti. Tuttavia, citando Joan Baez, "miracles keep happening": ogni tanto succede che qualcosa di bello e positivo prenda vita.

I newyorkesi Fun sono una sorta di supergruppo formato da ex-membri di varie band della scena indie-pop americana, un contesto a cui ho sempre guardato con diffidenza e sospetto, e che comunque non aveva mai prodotto niente che fosse riuscito ad arrivare alle mie corde ed alla mia sensibilità: fino ad adesso, fino a questo "Some Nights". Un pop rock sincero, fresco, comunicativo, semplice e stilisticamente curato: niente nenie, niente pretese intellettualoidi, niente rockettino snobbish, ma semplice musica di intrattenimento, realizzata con amore ed ispirazione. Il frontman Nate Ruess fa parte del nutrito esercito dei cosiddetti nuovi Freddie Mercury, ma tra tutti se ce n'è uno in grado di reggere il paragone quantomeno con dignità questo è lui: ogni tanto indulge a qualche falsetto di troppo, e dopotutto nel moderno pop rock un cantante maschio che canti "da maschio" sembra quasi diventato un tabù, ma lui lo fa con senso della misura ed equilibrio. Ha un buon timbro, una discreta dose di grinta ed energia, e quando vuole sa pure graffiare, insomma, il suo talento lo sfrutta bene; nell'intro che da inizio all'album, tra pianoforti, sovraincisioni e coretti il riferimento alla Regina è fin troppo palese ma si lascia ascoltare con piacere, è l'introduzione giusta per un disco che presenta nella sua tracklist ballate veramente notevoli come il singolo "We Are Young", "All Alright", classico pezzo da accendini sotto il palco, la dolce e trasognata "Carry On" e una splendida "Why Am I The One", alternate ad episodi più vivaci come la trascinante titletrack, che profuma di una fresca e leggera essenza solare dalle sfumature esotiche, divertenti marcette come "One Foot" e soprattutto "All Alone" e per finire un pizzico di sofisticazione con l'elaborata "Stars", uno strano ma intrigante mix tra rock, elettronica ed atmosfere cabarettistiche, creativo, immaginifico ed elegante, che cresce ascolto dopo ascolto.

Al temine dell'ascolto di "Some Nights" mi ritrovo alleggerito e contento, con un bel sorrisone e 32 denti stampato in faccia: è bello sapere che esiste ancora qualcuno in grado di comporre dischi simili, forse per questo benedetto pop c'è ancora un lumicino di speranza; quello che colpisce di questi Queen in jeans e t-shirt è la capacità di trovare sempre l'arrangiamento giusto, l'interpretazione vocale più adatta: un po' di chitarra nei punti giusti, abbondanti dosi di piano, elettronica q.b., melodie belle, semplici, di quelle che ti si appiccicano addosso e non ti mollano più, un sound moderno e sbarazzino, testi niente di speciale, amore, amicizie, voglia di spaccare il mondo e riflessioni, ma con limpidezza e sincerità. Questo è un bellissimo disco, Nate Ruess & Co, siete un fiore sbocciato sull'asfalto, vi prego, continuate così, io credo in voi, è bello pensare di aver trovato una nuova realtà da seguire con entusiasmo e passione, non lasciatevi rovinare dal successo vero, un successo che meritereste e sarebbe il giusto premio dopo un bellissimo album come questo, come direbbero i vostri ispiratori, "Well they say your folks are telling you to be a superstar, but I tell you just be satisfied and stay right where you are".

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