La Ninja Tune è una falegnameria per legni storti d'artista.
Funki Porcini, di queste stortezze della zenville londinese, ne è un pò l'araldo. Ma più che Mastro Geppetto, pare un groover incallito che ostenta le migliori guittezze da palcoscenico. La sua abilità nell'estrarre dal proprio baule l'intera tricknologia da studio di registrazione è certamente da consumato fantasista.
La predisposizione a birillare con i suoni, i timbri e i colori dei panni musicali è dovuta a uno spirito ghignante e umoristico, da capocomico di gran classe.
I suoi riccioli dub, le sue ciglia jazz, il suo make up drum and bass, servono a modellare una maschera mobilissima; quando in soffitta estrae le sue orchestrine come coriandoli colorati, tutti noi ululiamo.
Perchè la sua abilità nel trucco ritmico è veramente portentosa: i brani da lui plasmati si allungano e si rabberciano a piacimento, frusciando nello spazio come orologi di sabbia.

Gran mattatore quindi, il nostro Funki Porcini, perchè ha mandato a memoria il copione dei ritmi e per lui non fa differenza la mescola del funky e della jungle, che i dispari dei suoni lui se li gioca con fantasia.
L'insolenza funanbolica delle tracce è encomiabile: Funki Porcini ibrida il suono con sur classe piegandolo alla natura graffiante del proprio temperamento.
Così il suo drum and bass è lontano eoni da quello ruggente di Goldie o da quello suburbano di Krust ed è mirabilmente vicino a come l'avrebbe imbrigliato un Ornette Coleman con secchiello e paletta.
Così i suoi dub sono tanto bogartizzati da far apparire i ganja smokers caraibici delle dame viennesi con bocchino e le sue sottovesti jazz son stracciate come neanche lo erano negli slums di Watts, Los Angeles, negli anni Quaranta del secolo scorso.

Tutta la sua magnum opus è rimpinzata di questi panni, messi e tolti vorticosamente uno sull'altro come un brillante Arturo Brachetti del breakbeat. E quando si presenta alle luci della ribalta, una volta smattonato il mascara e gli sgargianti colori della mise en scene, il pubblico applaude e chiede sempre il bis.
E così noi, senza dubbi di sorta: perchè la sua arte anche se giocosa e fanciullesca è indice di gran intelletto e cattive maniere.

Elenco tracce e video

01   Word of Vice (00:45)

02   B Monkey (07:21)

03   Dubble (06:36)

04   King Ashabanapal, Part 1 (07:25)

05   Deep (09:01)

06   King Ashabanapal, Part 2 (04:34)

07   Michael's Little Friend (00:32)

08   White Slave (02:45)

09   Poseathon (05:39)

10   Wicked, Cruel, Nasty and Bad (05:16)

11   Pork Albumen (02:32)

12   Softest Thing in the World (Motorway Accident) (06:09)

13   Something Wonderful (07:21)

14   Tiny Kangaroo Dolphin (from Hell) (01:13)

15   Long Road (08:05)

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