Probabilmente uno dei film peggiori che mi sia mai toccato vedere. E il discorso potrebbe anche chiudersi qui.

Se non fosse che questa pellicola ha invece suscitato, in certi sottoboschi socio-culturali, entusiasmi e discussioni... Why?
C'è chi ha visto in quest'esordio registico di Albanesi il corrispettivo nostrano della nascita della nouvelle vague del cinema horror francese, quello di Alta Tensione, Frontiérs, CalvaireÀ l'intérieur, Sheitan, Martyrs.
Peccato che, a differenza di tutte queste ottime pellicole, che, partendo da temi e stilemi noti, hanno intrapreso un discorso personale e in parte certamente moderno e innovativo, questo film non dimostra nient'altro che la rilettura di ciò che è stata la stagione d'oro dell'horror italiano, dei vari Fulci, Bava, Argento, senza però ovviamente l'originalità e il tempismo storico-sociale degli stessi.

Per cui, se lo vogliamo intendere come un onesto omaggio al cinema di genere, prodotto in economia, per risultare una chicca di citazioni per gli appassionati, allora si può trovare un senso compiuto, nel discorso intrapreso dagli autori. Se invece si vuole vedere in questa prova la rinascita di un genere, siamo fuori strada.

Non bastano le belle ambientazioni scelte, fra Castelli romani e colline. Non bastano gli effetti di Sergio Stivaletti, pur dignitosi, ma troppo ancorati al passato, per risollevare un film pesantemente inficiato dalla pessima recitazione di quasi tutti gli attori. Non basta qualche trovata umoristica per rendere più credibile o auto-ironica una trama che, semplicemente, è il pessimo copia-incolla di decine di altre trame.

In conclusione, un pessimo sapore di cibo dozzinale, spacciato per nouvelle cousine, non è quello che mi interessa.

Regia: Gabriele Albanesi - 2006
Genere: Horror durata: 85'
Interpreti: Daniela Virgilio, Daniele Grassetti, Rino Diana, Enrico Silvestrin, Elisabetta Rocchetti, Cristiano Callegaro
Sceneggiatura: Gabriele Albanesi
Fotografia: Raoul Torresi, Giovanni Cavallini
Montaggio: Alessandro Marinelli
Scenografia: Emiliano Maggi
Costumi: Eden Embafrash
Colonna Sonora: Filippo Barbieri, Silvio Villa, Federico Bruno

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Altre recensioni

Di  nzi90

 "Una regia un po' troppo autocompiaciuta, considerando le pessime inquadrature (balla tutto, ma che è, il Parkinson?)".

 "Questo film è privo di un suo morboso, insiegabile fascino, che emerge di tanto in tanto e ti fa chiedere che fine faranno quei bolsi coattoni..."