Erano gli anni dell'università. C'era ancora la lira. E soprattutto c'erano ancora i negozi di dischi: e in uno di essi mi trovai un pomeriggio, ricordo il momento come fosse oggi, a rovistare in uno di quei scatoloni dove potevi trovare tutto e il contrario di tutto: da Castellina Pasi a Claudio Villa, passando per il meglio di questo o di quello. Rovistando, rovistando attirò la mia attenzione un album con raffigurati in copertina un volto femminile e un volto maschile. Era la copertina di Fuori per sempre di Garbo. E il ricordo di Garbo era legato al tempo a qualche passaggio radiofonico e a un Sanremo coi cantanti che si esibivano ai piedi di una scala, presentati da Pippo Baudo. Ma dal punto di vista mediatico di Garbo da diversi anni si erano ormai perse le tracce. E ciò mi spinse ad acquistare il Cd. E oggi, a distanza di quasi 30 anni, di quell'album restano impresse nella mente le sonorità e le parole di Australia, brano dedicato alla madre che lo aveva lasciato qualche anno prima dell'uscita del lavoro; le atmosfere di Un'altra primavera, con la collaborazione della cantante giapponese Yoshiko, e la spagnoleggiante Siviglia.Tralasciando gli episodi più trascurabili, anche i brani dal respiro più cantautoriale dell'album (Dentro e Fuori per sempre) e le cover de I ragazzi italiani di Ron, alla cui realizzazione collaborò anche Biagio Antonacci, e di Eyes Without a Face di Billy Idol (Due foglie di settembre) scivolarono via senza lasciare particolari tracce. E ben poche tracce ha lasciato nell'immaginario collettivo questo lavoro di transizione del buon Garbo, capace prima e dopo di lavori di ben altra fattura, come Scortati e Blu.

Carico i commenti... con calma