Dimentichiamo i colori: è la musica a dipingere.

Questa tematica sembra cara ai nuovi gruppi progressivi italiani. È infatti la colonna portante del grande the Painter's Palette dei bravi e grossi Ephel Duath, ma lo è anche, a quanto pare, di questo "Forget the Colours", datato burocraticamente 2002, anche se la musica è proiettata di decenni avanti.

A quanto pare i nostri, dopo un'inizio passato a suonare prog rock stile Genesis, alquanto vuoto e ripetitivo, scelgono di dimenticare non solo i colori, ma anche tutto il resto: questo album è una ripartenza fondamentale. Via la forma canzone, via i classici riff, via i crescendo, via voci "normali", via qualunque cosa: qui ciò che domina è l'intensità ricercata e grottesca di un progetto sonoro (ma non solo) ambizioso e massiccio.
Definirlo metal è un po' azzardato e restrittivo. Ogni tanto troverete qualche blast beat, chitarre elettriche, distorsioni al massimo e assoli, ma il tutto è inquadrato in schemi, strutture e armonie così alieni e "fuori" da fare paura, e non scherzo. A ciò si aggiunge la voce del Serravalle, che di certo non rassicura: sussurri psicotici, gorgoglii malefici, per poi spiccare in una sorta di manifesta "teatralità", molto forte ed emotiva, grande.

Questa è musica che sgorga dall'inconscio umano e al nostro inconscio è (inscosciamente, anzicheyés) diretta come un quadro disegnato in un qualche linguaggio, o strumento mediatico che dir si voglia, chiaro eppure incomprensibile ad una mente come quella umana, iper-strutturata e incatenata in se stessa - ed in questo non li si può non accostare a quei pazzi geniacci dei Maudlin Of The Well.
Per dirlo in una frase: scordate tutto il resto, e andate avanti.

 

Elenco e tracce

01   Lead (00:00)

02   Hatred (00:00)

03   Anniversary (00:00)

04   Bisturi (Including Coda:Withered Rose) (00:00)

05   Deinococcus Radiodurans (00:00)

06   Obsession (00:00)

07   Christmas Eve (00:00)

08   Negation Of Becoming (00:00)

09   Dream Slayer (00:00)

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