Ogni tanto da un labile passato emergono aliti di novità che sfuggono alle regole del tempo e sono capaci di rivitalizzare gli entusiasmi dei musicofili (e dei collezionisti di dischi) in questa confusa incerta fase artistica odierna. E' il caso dei Gasectron, duo francese dalla vita breve e nemmeno tanto facile che nell'ormai lontano 1978 produsse e stampò il suo unico disco senza mai farlo circolare. E che solo oggi riaffiora agli orecchi della posterità confermando che la storia della musica moderna è scritta anche da una miriade di artisti minori, spesso malaccorti, spesso sfortunati. Grazie all'amica nizzarda Marguerite sono venuto a conoscenza di questo piccolo progetto che quarant'anni fa ebbe il suo momento di creatività. Due amici accomunati da una passione per i suoni elettronici, determinati ad emulare i maestri del genere che allora tenevano banco (Jarre, Kraftwerk, ma anche Tangerine Dream) e abbastanza scaltri nello sfruttare ogni buona occasione per registrare qualcosa e dargli una veste ufficiale. Marcel Philippe aveva un fratello più grande che suonava col suo gruppo in una saletta, dove disponevano anche di due tastiere e varie apparecchiature. In questa saletta ebbe modo di mettersi alla prova assieme a Jean Pierre Laurent, come lui appassionato di "suoni nuovi". Si battezzarono Gasectron e cominciarono a inventare dei brani, due dei quali meritevoli di finire su un vinile 7 pollici, frutto di risparmi e sinergie che all'epoca non erano così semplici da materializzare. Fondarono persino un loro marchio indipendente per aver modo di gestire questa avventura discografica: la piccola etichetta personale Disques Du Cosmos. Avevano questi pezzi (Rareland e Tau Machine) che suonavano bene come quelli dei Kraftwerk e di Vangelis, pochi suoni sul sequencer, tappeti miagolanti di frequenze analogiche e un'atmosfera orecchiabile che poteva benissimo diventare un trampolino di lancio verso una carriera vera. Però, racconta Marcel che il progetto divenne improvvisamente ostaggio di divergenze su questioni di diritti e di spesa. Una volta stampati i 45 giri, nuovi di zecca, copertina patinata a colori e tante speranze, tutto si bloccò. Non solo la distribuzione non fu mai messa in atto, ma a un certo punto il livore di Jean Pierre lo portò a distruggere gran parte di quella fatica, lasciando sul campo pochissimi sopravvissuti. Marcel stima che tra il paio di copie che si era tenuto a casa e quelle che di straforo aveva regalato al fratello e ai suoi amici della band, di "Rareland" siano rimaste - forse - una decina di copie. Forse.... Ha parlato con disagio e disincanto al tempo stesso di questo folgorante episodio del suo passato. Così stupidamente drammatico da aver minato un'amicizia e aver polverizzato un progetto promettente. Lui abbandonò la musica praticamente subito, Jean Pierre si diede a comporre cose sue, ma pare senza lasciare tracce tangibili. Salvo poi morire una decina d'anni fa, separandosi da una notevole collezione di dischi. Le ombre sono dunque calate a lungo su questi nomi e su questa musica, almeno finchè il caso fortuito ha consentito di generare una rete di informazioni nuovamente disponibili. E qualcosa dei Gasectron è ricomparso dall'ombra cominciando a circolare con un ritardo di quattro decenni. Per incuriosire e deliziare noi romantici amanti dei dischi e delle vecchie preziose avventure sonore.

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