E' sempre un'emozione riscoprire in altra veste canzoni che abbiamo amato incondizionatamente per anni. Le "BBC Sessions" sono da me particolarmente gradite, poiché rivelano sempre lati inediti dei musicisti che prediligo e delle piacevoli varianti delle canzoni che più li hanno rappresentati e che magari ho riposto in un polveroso cassetto immaginario della mia mente per l'inevitabile assuefazione dovuta al prolungato e godereccio ascolto. Sfortunatamente, la scarsa qualità delle registrazioni di alcuni brani di questo album è, per usare un eufemismo, alquanto sconfortante e prettamente da bootleg.

Al primo ascolto, non vi nascondo che una grande amarezza e delusione si impossessarono di me, poiché la presenza di alcune sorprese e chicche avrebbero meritato un incisione decisamente migliore, come nel caso di The Light e Harold The Barrel, praticamente quasi inascoltabili.

Nonostante le pecche, in questo BBC sessions dei Genesis non mancano deliziosi e interessanti momenti degni di nota, a cominciare da Stagnation, la cui inedita versione dagli arrangiamenti più elaborati e con una eccellente prestazione vocale di Peter Gabriel e un immenso Tony Banks, non fa rimpiangere quella in studio in Trespass, che è già di per sé splendida, anche se ancora immatura. Get'Em Out By Friday è, a parer mio, magnifica nel suo proporsi meno limpida, rigorosa e ordinata rispetto all'originale, dal suono più sporco e dal ritmo deciso e travolgente e, in alcuni momenti, anche più solenne. La chitarra di Hackett è pesante, cavernosa e piacevolmente invadente. Abbiamo poi una The Musical Box trasognata e ipnotica; la melodia e la parte vocale si presentano morbide e suadenti, il flauto è malinconico e garbato come una delicata e struggente ninna nanna fino all'imponente esplosione strumentale finale, supportata da un urlante Gabriel, un epilogo meno elegante e perverso, se vogliamo, dell'originale. Phil Collins valorizza e inasprisce Looking For Someone mettendo in luce le sue potenzialità di drummer, determinante e incisivo come pochi nei gruppi progressive. Twilight Alehouse è la vera e propria chicca dell'album. Si tratta di un brano di circa 8 minuti in pieno stile Genesis, ben arrangiato ed eseguito ed estremamente vario e ricco di "cambi di rotta" melodica, con un magnifico flauto che va ad ingentilire il pezzo e batteria e tastiere in duetti dalle accelerazioni repentine, e dall'inconsueto finale disarmonico, acido e rumoroso. Come The Light e Going To Get To You, breve e agitato pezzo, efficace ed accattivante, Twilight Alehouse è un brano uscito come b-side e mai inserito in un album. Molto ben eseguita Watcher Of The Skies, che scorre liscia e non presenta particolarità inedite, mentre deludente The Return Of The Giant Hogweed, minata, purtroppo, dalla pessima registrazione e da una realizzazione nettamente inferiore rispetto a quella spumeggiante in "Genesis Live".

Incisioni scadenti a parte, questo album rappresenta per i fans e per i cultori del progressive una piacevole scoperta e riscoperta di alcune perle dei Genesis dell'era Gabriel in salsa inedita con gustose varianti e la possibilità di poter apprezzare e abbandonarsi ancora una volta all'ascolto di opere di tale bellezza e armonia, come se fosse la prima volta, pone in secondo piano le carenze tecniche. E poi, si sa, la perfezione è scialba e monotona.

Voto 3,5

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