Questi tre ragazzi americani con la faccia da nerd, con all'attivo un full length e tre ep, nell’anno duemilaotto piantano la bandiera dell’estremo un po’ più in là. Non perché vanno più veloci e fanno più casino degli altri ma perché semmai, oltre a questo, hanno delle ottime idee. Piantano la loro bandiera con il piglio di chi si è ingozzato in egual misura di musica elettronica e grindcore ma con un gesto sufficientemente coraggioso si è ficcato due dita in gola e ha sputato fuori un vomito a forma di poliedri ancora non concepiti dalla geometri solida e dai colori tossici che solo immaginando l'incommensurabile Slaimer trasmutato in icosaedro si può rendere minimamente l’idea.

Li si potrebbe inquadrare a cuor leggero nell’associazione più semplice e tipica delle loro direttrici principali, l’elettronica più acida e il grindcore più minimalista (lo farò anche io mangiando un kinder bueno scaduto. Ovviamente a cuor leggero). Oppure associarli a qualche commistione di nomi più o meno conosciuti delle due scene per cercare di fare un mediocre esercizio di cultura e/o aiuto alla comprensione. Ma si cadrebbe a peso morto nella de-generazione, ovvero il genere che degenera.
Invece i Gerghis Tron con Board Up the House, pur degenerando, si ritagliano un loro riservatissimo posto nel panorama musicale estremo con una classe e un coraggio degni degli sperimentatori più navigati. Coraggiosi come quando si sono procurati il conato di cui sopra.

Voce, sintetizzatori, chitarra, drum-machine. Ritmiche geometriche, gelide, se necessario e se proprio vi va, smuovichiappe. Riff quanto mai goduriosamente semplici. Urla disperate di chi ha perso l’ultimo treno per tornare a casa.
Undici tracce senza mai una caduta di tono. Mai.
Sempre maniacali nell’uso frenetico e folle dei loro strumenti di lavoro. Sempre.

Urbani e pazzi, verniciano a secchiate le vostre facce imbolsite con l’inchiostro degli evidenziatori. Evidenziatori di estrema qualità, eh.

Elenco tracce testi e video

01   Board Up the House (05:54)

02   Endless Teeth (01:47)

03   Things Don't Look Good (03:35)

04   Recursion (02:08)

05   I Won't Come Back Alive (06:34)

06   City on a Hill (03:26)

07   The Whips Blow Back (02:07)

08   Colony Collapse (04:01)

In the belly of these dreadful days
What's there to believe
I plead: "what can I do"
Don't look ahead
It's all desperate ends
But I do, I do
Love will haunt all life,
In time, the world's undone.
In time, one death will bind.
Right now each mess we're in
Puts us in fate's harsh old hands
In the shadow of those looming days
What's there to believe
I plead: "What will I do, what then?"
You'll come to fear
Each day
Each night
You'll come to fear
Each day
Each night

09   The Feast (01:56)

10   Ergot (01:14)

11   Relief (10:47)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  Insect_Reject

 È impossibile restare impassibili all’assalto cybernetico/psychedelico della band americana.

 Un vero e proprio trip tra elettronica, disturbi Noise, sfuriate Grind e partiture Math/Post-Hc.