Una rosa cambia il suo colore sotto la pioggia? A tal richiesta retorica la risposta potrebbe essere uno scontato “ma vaff…”! Però, trattandosi di una domanda posta all’interno della cover di questo disco, assieme ad altre simpatiche “caratterizzazioni” dei brani, ci induce a dire un semplice “boh”? E ad ascoltare in religiosa calma post prandium un disco che ha bisogno del suo tempo e modo per essere ascoltato e gustato con calma, sin nelle minime sfumature. Geoff Keezer è cresciuto in fretta alla scuola di Buhaina Art Blakey, Ray Brown etc. Egli è pianista con musica pura nel circolo sanguigno: grintoso, organizzato e melodico. Molto personale e non facilmente assimilabile e riconducibile a modelli soliti. Il disco in questione costituisce un po’ una “controra” rispetto alla sua produzione da leader o alle sue entries nei dischi altrui. Versatilità ed intelligenza sono le parole chiave per penetrare in un mondo tutto sommato facilmente accessibile da chiunque voglia trovare ciò che in fin dei conti sempre cerchiamo: bellissimi spicchi di musica jazz in un mare di pianisti contemporanei magari anche bravi ma tutti simili.

  1. Stompin' At The Savoy
    Apre il disco con un trio di piano-sax-contrabbasso: Geoff, Joshua Redman, Chris Mc Bride per una rendition del pezzo stile anni ‘40; molto senso del ritmo e tasti pestati furiosamente, a dare un po’ di accento percussivo. Energia non prevista dal titolo per un disco che inneggia alla venuta della quiete. Mc Bride è una macina di note e Redman trascina, mentre il piano costruisce di fondo una base che poi trascolora in un solo frammentato e decomposto. Da ascoltare con cura e decodificare.
  2. The Nearness Of You
    Un altro standard bellissimo, invero non molto visitato, però stavolta reso con una delicatezza ed un gran senso delle note: pochissime ed appena accarezzate, tanto per non turbare la proposta vocale di una Diana Krall molto concentrata, intimissima e delicata, come la rosa di cui sopra. Verso la fine compare il sax per un solo che corteggia la voce, come solo tra Lester e Lady Day ai tempi d’oro. Geoff ha una gran testona musicale. Indubbiamente.
  3. Lush Life
    Cortissimo, stavolta: solo 3:33 di ‘Vita Lussuriosa’. Distillato dal solo piano per accendere la quiete nei tuoi alveoli cerebrali.
  4. Island Palace
    Soltanto piano, contrabbasso e voce. Il contrabbasso (o che accidente altro sia non saprei!) esegue un giro di basso portato, “steccato”, per supplire alla mancanza dei tamburi e caratterizzare il ritmo. Molto bello.
  5. Madame Grenouille
    Un solo di contrabbasso pieno di tecnica e cuore, lo strumemto è in piena evidenza nel disco, apre questo pezzo di sapore swingante con brio, in cui finalmente, dopo il sax, si dispiega un solo magistrale di piano che, con l’accompagnamento di un solo contrabbasso a fianco, non ti fa pensare di avere a che fare semplicemente con due musicisti, bensì ti da l’idea di una piena sezione ritmica. Il piano di alta qualità timbrica ed un po’ compresso in dinamica, quindi ben sostenuto, contribuiscono al senso di pienezza.
  6. Lose My Breath
    Con questa track torniamo alla… “pace del mare vicino”. Brano di piano solo; dal sapore indefinibile: tra melodia contemporanea e jazz; con molto sentimento ed idee. La tecnica passa in secondo piano. Ma ce n’è da vendere. Ancora non riesci ad identificare i “role models” di Geoff
  7. Rose
    Esercizio di alta acrobazia per piano e sax soprano. Qui identifichi chiaramente i modelli di Geoff: Icaro e Bakunin! Sicuramente. E tutti i soggetti tesi al ‘volo libero’. Tocco e controllo eccezionali. Redman riesce a star dietro, forse con un po’ di fatica, al ciclone Keezer. (E la quiete dov’è?)
  8. My Shining Hour
    Come dice il titolo, qui si concentra il Geoff Keezer da spettacolo puro: teso e violento a tratti; inquietante solo di piano che spezza il tempo, trilla inarca e viaggia per farti aprire le mandibole e deliziare le tue orecchie, seppur viziate da ore di ottima musica. Non ci si stanca mai.
  9. Precious One
    Pezzo dal sapore più quotidiano e standardizzato, ma non per questo meno valido nel panorama del disco, anzi! Echi fortissimi e sorprendenti, in Joshua Redman, di Wayne Shorter: mai sentita così vicina l’ombra dei Weather Report nell’economia globale e nell’arrangiamento di un pezzo come in questo piccolo gioiellino: ascoltatelo e mi direte!!! Forse la vetta dell’album. Ma non vorrei esagerare. Alla fine si comincia a swingare, per riprendere il tema con brio e somma soddisfazione.
  10. Love Dance
    Brano molto intimista e di nuovo ti sembra di disturbare, col solo tuo ascolto, questo duo di voce e piano tra Diana e Geoff. Brano inciso nei ‘70 anche da George Benson; dal testo di questa canzone esce fuori la ‘catchy phrase’ dell’album “Turn up the quiet”. Geoff riferisce nelle note di una cosa che gli disse Hank Jones: “Alcune canzoni si suonano da sole…”
  11. Bibo No Aozora
    In questo pezzo abbiamo uno sfondo orchestrale che entra sommessamente e poi invade la scena, mentre il piano la fa da padrone su un tappeto di note lente e bellissime; in scivolata verso la chiusura di un album che è una vera esperienza di ascolto raffinatissimo.

A proposito di Hank Jones: Geoff è uno dei pochi veri e dedicati cultori di quello che rimane uno dei più sottovalutati pianisti che ci sia mai stato in ambito jazzistico; un prolifico autore, dotato di grosse capacità di sostegno della struttura ritmica nonchè solista di gran classe; per questo sempre richiesto e molto rispettato nel giro. Fratello di Sam (contrabbassista), di Thad (compositore, band leader e trombettista) e del più famoso Elvin (batterista).

Ad opportuno omaggio, Keezer ha inciso un album di piano solo dedicato ad Hank, però con vari ospiti, pianisti anche loro; quindi si tratta di un disco di… duo-piano-solo (!!!) per perpetuare la Hank-Jones legacy. Turn up the quiet, baby.

Hank Jones:

Disco con Charlie Haden di Hank Jones (tanto per tirarne fuori uno)

Sublime: honoring the music of Hank Jones di Keezer

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