George Best (22 maggio 1946 – 25 novembre 2005) è stato un calciatore nordirlandese, ala estrosa del Manchester United, vincitore della Coppa dei Campioni 1968 e del Pallone d'Oro 1968. Celebrato per il suo talento, la carriera fu segnata da problemi extracalcistici e dipendenza dall'alcol.

L'autobiografia "The Best" contiene resoconti diretti e crudi delle dipendenze e della routine quotidiana di Best: allenamenti, alcol, nightlife e difficoltà emotive; il recensore IlConte ne evidenzia la schiettezza.

Recensione dell'autobiografia di George Best che mette in luce la contraddizione tra genio calcistico e autodistruzione. Il testo riporta con crudezza routine di alcol, allenamenti e vuoti emotivi. Il recensore apprezza la sincerità dell'autore e ne riconosce il talento sportivo. Un ritratto umano più che celebrativo.

Per: appassionati di calcio, lettori di autobiografie, chi cerca ritratti umani di atleti

 

“Al mattino dovevo comunque allenarmi, mi faceva sentire “vivo”; buttare fuori tanta merda mi serviva sia fisicamente che, soprattutto, psicologicamente. Non so con quali forze; sicuramente la mente che desiderava tenere il tutto in una falsa visione di situazione sotto controllo era il motore di tutto nel bene e nel male. Era durissima; tachicardie, giramenti di testa, nausea. Allenarsi post ubriacatura è la follia. Tutti i giorni. Appena uscito mi fermavo al primo bar sulla strada mentre rientravo. Prima sosta. Ormai conoscevo le ragazze che gestivano il posto: carine e simpatiche, ci sapevano fare. Ultimamente andavo a Cocktail; avevo lasciato lo Champagne e la birra perché dovevo berne troppo per essere brillo. La dose della parte alcolica nel Cocktail era tre volte quella del succo. Personalizzata; basta dirlo la prima volta ed i barman capiscono ... anche perchè diventi un fantastico cliente. Un paio e rimonto in macchina. Il pranzo è una scusa per continuare a bere. Prima di arrivare al ristorante mi fermo ad uno dei bar di amici dove sono di casa e mi aspettano. Anche qui un paio. Il Mio Cocktail è bastardo perchè è buonissimo e freddo va giù da dio... poi ti ammazza. Via verso il ristorante; mi vedono arrivare, parcheggio e c’è già il mio cocktail pronto ... un altro paio mentre sparo le cazzate più assurde con la solita gente di tutti i giorni. Ovviamente sono già brillo (un sei drink maxi a stomaco vuoto, vabbè) e di mangiare non ho certo molta voglia. Una bistecca con qualche patata. Mentre mangio non bevo. Non ho il gusto del bere bene. Non mi interessa un buon bicchiere di vino con la carne. Bevo unicamente per concentrarmi il meno possibile su ciò che mi circonda; la gente, i soliti discorsi, televisione, giornali e tutte le cagate che mi rompono il cazzo. Sono prigioniero di un falso passato, la gente crede che io abbia avuto tutto il possibile, non pensa certamente ad un uomo fragile, pauroso e demolito da emozioni contrastanti. Il pranzo dura 10 minuti perchè non riesco a stare seduto, sono frenetico. Ci si alza e si torna a bere. Un paio di digestivi come si deve... tre, quattro. E l’immancabile sigarillo. Non mi piace fumare. Fumo solo quando bevo. Bicchiere e sigarillo sempre in coppia. Dovrei andarmi a sdraiare, tranquillizzarmi e, soprattutto, smettere di bere, almeno per oggi... già dovrei. In realtà vado all’altro bar e per un paio d’ore si continua a bere. Pago quasi sempre io, amici e fanciulle che vengono a salutarmi. Non mi interessano da tempo le donne. Mi basta sapere di essere ancora nei loro pensieri. Non voglio e non desidero rapporti, anzi mi darebbero fastidio. Ora è estremo ma è sempre stato così; più che l’atto fisico era il sapere di essere desiderato che cercavo. Ero già a posto. Le insicurezze necessitano continuamente di false certezze; il mio ridicolo ego era servito. Passano alcune ore, l’adrenalina passa la palla ad un inizio di depressione psico-fisica alienante. Arrivo a casa ed iniziano i drammi. O si continua a bere oppure si crolla. Di norma mi metto due dita in gola per vomitare e stare appena meglio. Ormai vomito arancione. Urla e rantoli folli, magari un giorno ci rimango secco. Ma il momento terribile è la notte. Non si dorme più. Magari mezz’ora, un’ora poi mi sveglio con il cuore in gola, tachicardia, nausea, testa pesantissima e una agitazione ai limiti. Ormai li vedo tutte le notti, vedo i mieidemoni. Pastiglie per calmarmi. Come no, alcol e psicofarmaci è perfetto. Arriva mattina, che bello. Vado ad allenarmi... e via”

  Scopri la recensione

Quest’artista è senza immagine.
Per favore, mandane una tu!

Carico...

Oh no! Quest'artista non è in nessuna classifica. Perché non lo aggiungi tu usando l’apposito pulsante qui sotto

Tu e GEORGE BEST
Chi conosce GEORGE BEST?
Carico...