"Sono un cavallo dal manto scuro
che corre lungo una pista scura"
Il 26 Novembre 1974 arriva a Baton Rouge il tour di George Harrison, serie di concerti in nord America per lanciare sia il disco in uscita, "Dark Horse", sia la nuova omonima etichetta indipendente di George che tra varie difficoltà riuscirà a pubblicare nel 1976 il primo titolo: "33 & 1/3".
Questo tour nella storia beatlesiana è ricordato per una serie di motivi, non tutti buoni. Si segnala soprattutto per la laringite che colpì il chitarrista e che lo costrinse a cantare con voce rauca per tutti i concerti condizionando in modo negativo purtroppo tutto il progetto live, lo stesso Lennon commenterà "non si è trattato certo del più grande evento della storia del rock". Questo aspetto fastidioso per George affosserà il ricordo di un momento particolarmente positivo dopo la pubblicazione di "Living In The Material World" nel 1973, il tour Americano avrebbe dovuto celebrare la commistione fra vari generi musicali e una rilettura delle pagine più recenti dell'attività di Harrison.
Per l'occasione venne messa insieme una superband che univa i musicisti indiani di Shankar con i collaboratori storici di George: Billy Preston alle tastiere, Jim Horn e Tom Scott ai fiati, Andy Newmark alla batteria, Emil Richards alle percussioni, Willie Weeks al basso e Robben Ford alla seconda chitarra. Mai nessun beatle andrà più in tour con una quantità così grande di musicisti, nemmeno i Wings del tour mondiale del '75-'76. La scaletta scelta per l'occasione farà storcere il naso a molti, brani storici come "For You Blue" e "While My Guitar Gently Weeps" si coloreranno di sfumature funky non sempre gradite, ma sarà la storpiatura di "Something" a far gridare allo scandalo: George si permetterà di cambiarne gli amatissimi, da parte dei fans, versi. Le riletture, tolta quella di "Something", non sono male e soprattutto "For You Blue" a guadagnare nuova linfa con una parte di assolo centrale al basso di Weeks.
Il concerto parte con lo strumentale "Hari's On Tour (Express)" brano d'apertura anche del nuovo Lp "Dark Horse", questo pezzo si segnala per una magnifica parte di chitarra slide di Harrison a cui segue la beatlesiana "While My Guitar Gently Weeps". Dal disco del 1973 c'è spazio solo per "Sue Me Sue You Blues" e per "Give Me Love", e da "Dark Horse" l'ottima title track e la scialba "Maya Love", molto spazio viene concesso a Billy Preston con una serie di suoi brani in cui George si diverte a suonare e a non cantare, mentre "Tom Cat" è il bel contributo del sassofonista Tom Scott al concerto. Dal triplo "All Things Must Pass" George esegue solo una versione funky irriconoscibile di "My Sweet Lord" e una "What Is Life" cantata con Preston visto le pessime condizioni della voce. A sorprendere di più è la curiosa versione del classico firmato Lennon-McCartney "In My Life" che perde la poesia originale in favore di suoni più sporchi e grezzi, ma con sorpresa il risultato finale non stona.
Nonostante tutto questo tour è un ottimo esempio della filosofia e del talento di Harrison. Se è d'obbligo criticarne le prove vocali la chitarra di George non si può discutere, in molti passaggi vira dal sublime al travolgente anche senza concedersi grandi spazi solisti.
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