Ecco un film panettone per questo natale, torniamo bambini e lasciamoci prendere da ingenui e mirifici effetti "speciali" che oggi sembrano alla Melies: dal racconto di H.G.Wells del 1931, in questa libera trasposizione si respira l'atmosfera dei grandi inventori del 900, un pò folli e un pò apprendisti stregoni. Il protagonista, George, un lord dell'epoca vittoriana (interpretato da un superbo Rod Taylor  -già ne "Gli uccelli" di Hitchcock) alla vigilia del capodanno del 1900, con una macchina del tempo artigianale tutta analogica e decorata art-deco e un motore che sembra un mega-giradischi, ingrana la marcia e dalla sua camera con vista inizia a vagare nel futuro, passando per i due conflitti mondiali - il 1917, il 1940 - atterrando nel 1966 e infine fino all'802. 701.

In quel futuro lontanissimo gli uomini, dopo immani catastrofi sono divisi in due sole grandi classi: gli Eloy e i Warlock. I primi sono simili a dei bambini viziati, belli alti e aristocratici, senza passato e senza futuro, intenti al dolce far niente da mane a sera... Tanto c'è chi lavora per loro, gli Warlock appunto, abbrutiti e sanguinari yeti, più simili a bestie che a uomini.
Gli Eloy, sembrano apparentemente felici in una terra divenuta come un paradiso terrestre; e si sono liberati pure della musica, della tv, etc. etc.: i documenti di voci e suoni del lontano passato sono registrati su anelli metallici fatti ruotare su una macchina che emette luce al contatto con il supporto; una bella intuizione del laser e del compact. Unico turbamento alla loro felicità pacifista è che i più forti Warlock si cibano di un pò di Eloy, chiamandoli bcon una sirena ipnotica. George si ribella e, inoltre si innamora della graziosa weena (Yvette Mimieux). facendosi il promotore della rivoluzione gli eloi....

Un bellissimo film di fantascienza dunque, notevole per i mezzi dell'epoca, che comunque pone degli interrogativi sull'effettiva possibilità dei viaggi nel tempo; forse nel mito della ruota che gira su sè stessa, a velocità prodigiose e super relativistiche si intravede qualcosa che nella propulsione degli ufo forse è già realtà.

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