1977, the year punk broke.

Niente più Elvis, niente più Beatles, niente più Rolling Stones e «Going For The One» è il drappo rosso che un incauto torero sventola sul muso al toro e mal gliene inconglie, perché stavolta il Thoro è incazzoso come pochi altri.

George Thorogood aka Georgie Ramone, il quinto fratello.

Se c’è qualcuno che da quarant’anni a questa parte suona sempre la stessa canzone, questo è George Thorogood, ma tutti noi che gli vogliamo un mondo di bene facciamo finta di niente e via a scatenarci al ritmo indiavolato del suo chitarrone; quel chitarrone che sputa fuori un blues elettrico, pesante, hard, come raramente lo si era sentito prima del fatidico 1977.

Non è un caso che il 10 gennaio di quell’anno benedetto un Muddy Waters ipervitaminizzato dai trattamenti di Johnny Winter se ne esce con lo sfracello di «Hard Again» e piazza in apertura «Mannish Boy», l’hard blues per antonomasia; ma Georgie da lì a pochi giorni produrrà uno sconquasso sonoro ben superiore. Poi, non contento, su un cazzutissimo plagio di «Mannish Boy» costruirà il “suo” successo, con tanto di Terminator Arnold ad affannarsi per essere il più duro. Inutile affannarsi, però, perché Thoro se lo inzuppa nella pinta di birra gelata che ingurgita per fare i gargarismi alla mattina, il buon vecchio Termy.

Georgie è il duro più duro che ci sia e mette in piedi una banda, i Distruttori, e mette a ferro e fuoco quel buco che si chiama Delaware con il suo boogie blues dal voltaggio assassino ed una tecnica slide che fa sanguinare i suoi polpastrelli ed i nostri cuori affamati.

1977, the year Georgie broke.

Ma George comincia a dare nell’occhio qualche anno prima, quando, fulminato da un concerto di John Hammond, decide di passare all’azione, esce dal garage e si mette a far baccano laddove capita, anche in mezzo ad una strada. Sì, proprio in mezzo ad una strada.

Ogni duro che si rispetti ha un aneddoto da raccontare e non si sa mai dove finisce l’aneddoto per lasciare spazio alla leggenda.

Allora, vuole la leggenda che in quegli anni carini e ben vestiti, anestetizzati da pop e prog all’acqua di rose, Georgie ed i Distruttori del Delaware si accompagnano ad un’altra banda di teppisti, i Nighthawks, capitanati da un amicone di Georgie, Jimmy Thackery. Nei loro vagabondaggi, le due bande capitano in nuovo buco – Georgetown, se credete al caso – e sono ingaggiate in due locali prospicienti per suonare la stessa sera alla stessa ora … Già immaginate come va a finire la vicenda? No? Ve lo racconto io! Va a finire che Georgie e Jimmy si accordano per attaccare all’unisono «Madison Blues» di Elmore James; durante l’assolo scendono entrambi dal palco, escono dal locale, si incontrano in mezzo alla strada e si scambiano le chitarre; Georgie entra nel locale dove suonano i Nighthawks e si unisce a loro per terminare l’esibizione; Jimmy entra nel locale dove suonano i Destroyers e si unisce a loro per terminare l’esibizione. Gli avventori, già sbronzi a metà della prima canzone, non si accorgono di niente!

Io agli aneddoti roccherrolle non ci credo mica, ma questo è tra i più belli che ho avuto la fortuna di conoscere, ragion per cui lo credo ad occhi chiusi.

George e Jimmy si scambiano le chitarre sulle note di Elmore James …

Elmore è una delle grandi passioni di Georgie, le altre sono Robert Johnson e John Lee Hooker.

Allora, non c’è da stupirsi se nel 1977 l’omonimo esordio di George Thorogood And The Destroyers è un album fatto quasi esclusivamente di brani altrui e tradizionali, dove spiccano versione incendiarie di «Madison Blues» e «Can’t Stop Lovin’» di James, «Kind Hearted Woman» di Johnson e «One Bourbon, One Scotch, One Beer» di Hooker; quest’ultima, in particolare, sono oltre otto minuti di puro delirio chitarristico, con Georgie che, solo chitarra e voce, introduce un oscuro blues dei tempi che furono, «House To Rent Boogie», e poi tutti i Distruttori che arrivano a dargli manforte per una «One Bourbon, One Scotch, One Beer» letteralmente d-e-v-a-s-t-a-n-t-e!

Se poi qualcuno mi chiede «Ma com’è questo disco di George Thorogood» … Il fatto è che certi dischi non si spiegano, l’unica è ascoltare a volume spaccatimpani.

1977, the year Georgie and punk broke!

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