A due anni dalla sua prima fortunata uscita con la Windham Hill Records dell'amico Will Ackerman esce "Winter into Spring", album sempre ispirato dall'evolversi delle stagioni e dei paesaggi nella sua terra natia: il semispopolato Montana. Evidentemente due anni non sono trascorsi invano, il paragone col precedente "Autumn" è decisamente favorevole a questo lavoro sia per ricchezza di brani, che per qualità interpretative: laddove c'erano monotone ripetizioni troviamo una maggiore complessità di argomenti esecutivi, tanto da rendere interessante "Winter into Spring" in quasi tutti i brani, magari anche complice il clima più favorevole.

Ovviamente si parte da gennaio, scrivo così perchè il nostro eroe aveva già in serbo un album completamente dedicato al mese di Dicembre e che casualmente uscirà proprio in quel mese dell'82...... A gennaio, probabilmente la cosa più interessante, paesisticamente parlando, da osservare e tradurre in musica nel Montana devono per forza essere le stelle, tema caro a George che nel aveva composto un brano anche nel precedente LP, ma qui si nota l'evidente salto di qualità di una composizione assai più articolata e veramente in grado di descrivere la complessità della volta celeste. A febbraio si passa alla contemplazione del mare, che viene sentito e riprodotto con ben maggior ricchezza di suoni che in "Autumn", chissà forse il trasferimento in California ha permesso a Winston d'approfondire l'argomento......tanto che anche il terzo brano è in tema e svolto assai bene ("Ocean Waves", onde dell'Oceano).

Non ci è dato sapere su quale argomento verta la riflessione del quarto brano, ma è certamente un po' triste ed allineata col brano successivo che si porta la pioggia, ben resa, ma forse più autunnale che primaverile, salvo infittirsi verso metà con un principio di temporale e scrosci vari: una bella immagine insomma, resa magistralmente con una cadenza finale assai notevole.

Passata la pioggia, la Primavera entra nel vivo con la dolce descrizione di prati, per mesi ricoperti dalla neve e dal ghiaccio, ora vivacizzati da tanti bei fiorellini che spuntano ovunque; questo paesaggio bucolico non può che far sognare lo spettatore e quando si vuole sognare qualche cosa di bello dove si va inevitabilmente a finire? Ovviamente nella città più bella del mondo e che guarda caso sta qua da noi.... descritta romanticamente nella seconda parte del brano dopo un'insipida introduzione. Temo però che il nostro sognatore veneziano, non conoscesse molto bene i luoghi in questione, a differenza di quelli nordamericani a lui cari, ciò nonostante ne esce un buon pezzo di congedo.

Da quanto sopra è facile un giudizio per le 4 stelle piene, migliori delle 3 abbondanti di "Autumn" e di certo non aiutate dalla grafica piuttosto banale, ma la linea della ditta era quella assai minimal e new age, e dalla resa acustica buona, ma nella norma nonostante il remix del 1985.

Carico i commenti... con calma