I finnici Ghost Brigade si riaffacciano sulla scena discografica in questo 2009 con il qui presente "Isolation Songs", secondo lavoro dopo il buon debutto (così si dice) rimasto un po' in ombra a livello internazionale, "Guided By Fire".
Cercando una qualche documentazione sui nostri mi sono imbattuto in definizioni che li affiancano ai Katatonia, ai Sentenced e a tanti altri gruppi gothic metal. Ora, io non so quanto queste componenti potessero di fatto essere presenti nella loro prima fatica, ma in questo disco altri nomi mi vengono alla mente.
Lo scream rabbioso (seppure alle volte un po' monocorde) di Manne Ikonen mi ricorda a tratti l'approccio post hardcore furente e selvaggio che hanno Von Till e Kelly nei Neuosis; certe intelaiature melodiche paiono invece appartenere ai francesi Gojira (soprattutto nell'uso di un riffing avvolgente e elaborato); molte atmosfere gelide e malinconiche (al limite del gothic se vogliamo) potrebbero infine scaturire da un lavoro come "Silent Waters" dei connazionali (e ben più famosi) Amorphis guidati da Tomi Joutsen. A tutto vanno aggiunti poi alcuni momenti rallentati tipicamente doom e una generale decadenza e malinconia da gothic metal, queste sì derivanti dai Katatonia.
Un patchwork di stili senza senso quindi? Tutt'altro. Questi ragazzi mi hanno sorpreso, il loro lavoro si lascia ascoltare e assimilare facilmente, e conquista pure velocemente, lasciando ottimi ricordi e, almeno per quanto mi riguarda, una tendenza al riascolto ripetuto.
Questo mio giudizio è poi confermato da una scaletta nella quale non mi sento di escludere alcun brano. Tutti quanti mi sembrano infatti ben congeniati e utili al collettivo, con una qualità complessiva che si attesta su livelli discretamente alti.
Tanti pezzi da novanta dunque: l'apertura "Suffocated", martellante, convulsa e glaciale, la semi ballata "My Heart Is A Tomb"; la malinconicissima "Into The Black Light"; "Lost In A Loop", con il suo incedere pachidermico (al limite tra il doom e lo sludge ma alleggerita da eterei inserti di violoncello); la sognante strumentale "22:22 - Nihil"; "Birth" (forse la più "katatonica" del lotto) e il trio finale di semi ballate (ma dannatamente rabbiose quando ci si mettono) "Concealed Revolutions", "Secrets Of The Earth" e "A Storm Inside".
A tutte queste aggiungo poi una traccia bonus (non inserita in tutte le versioni), "Liar", anch'essa affascinante e appagante dal primo all'ultimo minuto.
Probabilmente questa recensione potrà risultare un po' troppo entusiastica per una band che, diranno i detrattori, di fatto non ha inventato nulla. Può essere, e anche per questo motivo mi trattengo dal dare il massimo dei voti (anche perché i veri capolavori sono altri, questo è fuori dubbio). Ci tengo però a sottolineare l'indubbio valore della proposta dei Ghost Brigade, a mio avviso un gruppo che farà tanta strada e, se non si snaturerà ma anzi continuerà a essere così eclettico, saprà circondarsi di tanti sostenitori. Per ora dico soltanto che questo "Isolation Songs" si candida, per quanto mi riguarda, a essere uno dei dischi che più mi hanno sorpreso in questo 2009.
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