Ignoravo l'esistenza della cantautrice Giaka fino a qualche giorno fa. Segnalatami da una delle mie varie conoscenze tra gli addetti ai lavori, ho fatto un po' di ricerche e mi sono avvicinato al modus operandi della giovane artista originaria di Novara, ma bolognese di adozione ormai da anni.
Conosciuta per esteso come Giaka Blank sui vari social network, ha prodotto in modo assolutamente indipendente una serie di singoli - con relativi videoclip - senza mai uscire con un album vero e proprio. Il che nell'era della musica in streaming e della parziale abolizione del concetto di album (almeno nella sua fruizione telematica) non può essere giudicata una scelta così anomala o poco ortodossa. Di fatto Giaka ha scritto nel corso degli ultimi anni alcune canzoni e le ha via via registrate e distribuite. Una in particolare mi ha colpito perché in grado di mettere in luce la sua personalità e una verve musicale abbastanza accattivante. Ben più orecchiabile ed energico che in altre ballad venute successivamente, il ritornello di Livido (2023) mi ha regalato qualche minuto di euforia sensuale piuttosto impattante.
Dico sensuale perché il clip prodotto per il pezzo manifesta una protervia senza mezzi termini. Giaka si mette in gioco senza falsi pudori e canta di una insofferenza esistenziale che sembra ripercuotersi su ogni aspetto relazionale. Specchio peraltro di un passato personale che mi dicono assai tormentato. I versi del testo diventano uno specchio di dubbi e rimpianti in cui dolore, pianto e rabbia la fanno da padrone, generando una sorta di spirale autolesionista che ha però una sua carica vitale.

Sai che odio tutto dentro di me
So distinguerlo ( un caso clinico )
La depressione si esprime per me

E anche nel rapporto con l'altro, l'approccio è teso e conflittuale.

Tu ci provi e non ci riuscirai
Del mio cuore aimè, cazzo te ne fai?

Il brano inizia con un intro pianistico inquieto e poi va in crescendo fino al riff centrale del chorus che se da un lato non brilla per innovazione (ci sono reminiscenze di tanto pop-rock anni '90) resta comunque in testa immediatamente.
Giaka balla e ammicca in una scena quasi claustrofobica con luci rosse e viola, tira fuori le unghie - e non solo quelle - per esprimere la sua agitazione e la sua volontà di reagire. E i sottintesi erotici non sono certo solo accennati, benché la versione originale del video - firmato da Eugenio Pranzo - sia stato censurato e bannato da YouTube e altri social per le sequenze troppo esplicite. Io ho avuto la possibilità di visionarlo in separata sede e posso dire che personaggi come Elodie, Rose Villain, Gaia e Annalisa al confronto sono delle educande, oltre a proporre un erotismo comunque molto patinato e glamour. Tutto il contrario di questo Livido che è pieno di penombre, immagini mosse e sfocate, colori graffiati, movenze spontanee. Nel caso di Giaka, oltretutto, va detto che nudità ed erotismo non sono provocazioni fini a se stesse ovvero una forma di spettacolarizzazione del sesso per fare audience, ma un elemento intrinseco della canzone e del suo mood. Cosa che Giaka riesce a interpretare con grinta ed emotività anche nei passaggi più hot (autoerotismo, ecc.) Guardando altri suoi video ho trovato, infatti, poesia, malinconia bucolica o urbana e un intimismo che di provocatoriamente sensuale non ha nulla.
Dunque, ben venga un talento genuino come questo, pur in un panorama nostrano già affollatisimo di nomi e volti femminili che sgomitano per imporsi. Quanto meno Giaka fa tutto da sola, musicalmente parlando, e sebbene la produzione risenta di un approccio non troppo rifinito (qui e là le parole del testo vengono soffocate dalla musica, ad esempio) nel complesso riesco ad apprezzare di più una canzone come Livido che non recenti autentiche banalità retrodance fatte a tavolino come Esibizionista di Annalisa.
Esiste anche un indie-pop, in Italia, capace di proporre artisti di talento emarginati dalle luci della ribalta da un monopolio frutto di marketing spietato. Giaka Blank ha molte migliaia di followers, ma mi chiedo quanto spazio in più possa avere su questa scena così costruita e frutto di cospicui investimenti in management e uffici stampa.

Voto 3 stelle di incoraggiamento. Il pezzo in ogni caso lo sto canticchiando da un paio di giorni...

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