Made in Germany di Gianluigi Gasparetti è indubbiamente un dei testi più completi mai pubblicati sul Krautrock. Gasparetti purtroppo ci ha lasciati da qualche anno e questo pesante tomo di 785 pagine sembra quasi il suo testamento spirituale. Forse qualcuno lo ricorderà come “editor” instancabile della rivista dedicata alla musica elettronica e di atmosfera Deep Listenings oppure per essere l’anima dietro il progetto musicale ambient Oöphoi. Con Oöphoi Gasparetti ha pubblicato numerosi album considerati di culto dai seguaci del genere. Ma poteva vantare anche conoscenze personali prestigiose come quella con Klaus Schulze.

Il volume si presenta con una una bella introduzione (con risvolti anche biografici) che spiega come negli anni ‘70 fosse molto difficile procurarsi in Italia questi vinili in quanto si parlava poco della scena tedesca. La descrizione di un avventuroso viaggio a Coblenza (dove, in pochi attimi, spese tutti i soldi a disposizione per comprare i dischi desiderati rimanendo senza più una sola lira per il resto del soggiorno) è davvero spassosa. Nel volume si spazia dal kraut al progressive alla cosmica, con 562 musicisti e gruppi valutati. Vengono trattati gruppi famosi come Can, Faust, Eloy, Ash Ra tempel, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Kraftewerk, Novalis oltre a una miriade di gruppi minori. Grande spazio viene dato agli Amon Düül (quasi 30 pagine) e ai Faust. Dei primi viene sottolineato da John Weinzierl, lo storico chitarrista degli Amon Düül II, come i dischi degli Amon Düül fossero stati pubblicati solo per lucrare denaro sfruttando il loro successo. Quindi il valore dei vari Psychedelic Underground e Disaster andrebbe molto ridimensionato. Dei Tangerine Dream l’autore del libro salva la loro produzione solo fino a Stratosfear bocciando Cyclone, definito come il disco dell’inizio del declino della band. Per la cronaca, sul recente numero di Blow Up in cui si trova uno speciale sul Krautrock, il giornalista Eddy Cilìa è ancora più drastico additando in Phaedra il loro primo passo falso verso la commercializzazione. Ora questo in parte è vero: in effetti la Virgin inglese ha adulterato il loro sound iniziale per ragioni commerciali. Del resto é successo lo stesso per molte altre band, italiane o straniere, dopo i primi anni 70 come gli stessi Pink Floyd.

Rispetto al celebre Krautrocksampler di Julian Cope Made In Germany include un numero maggiore di gruppi e schede. D’altra parte, come da lui stesso ammesso, Cope non amava il sinfonico e pensava che il miglior disco dei Genesis servisse come sostegno per la gamba traballante di un tavolo. Ovviamente ho amato il libro di “Saint Julian” e sono d’accordo con molte delle cose scritte in quel libro sacro. Amo il prog ma è innegabile che, a partire, dal 1972 tutti abbiano più o meno esagerato. Purtroppo il lato negativo di Made In Germany è il prezzo: costa 55 Euro e il libro si trova abbastanza difficilmente. Anche la veste grafica è un po’ spartana anche se ci sono numerose illustrazioni. Per cultori del Krautrock e”viaggiatori cosmici”.

Gianluigi Gasparetti “Made In Germany – Psichedellia, Rock progressivo e musica cosmica. 1967-1979 – Edizioni Applausi – 785 pagine – Euro 55

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