"Genesis. Once Upon A Time" testi commentati (1969-1974), di Giovanni De Liso. Arcana, Roma 2009.

Un tempo i libri sul pop si scrivevano andando ai concerti, ascoltando i dischi, leggendo i testi, spulciando tra le interviste e le rece pubblicate dalle riviste del settore, ascoltando le opinioni di amici (i più intraprendenti interpellando gli stessi artisti). Non c'era un gran interesse a fare vera ricerca poiché il mondo del pop veniva considerato, e questo fino ad anni Ottanta inoltrati, "musica giovanile". La nascita dei popular music studies (IASPM in particolare) ha fatto intendere a mezzo mondo, da ormai trent'anni, che di pop si potrebbe scrivere con più serietà e perizia. Ma i libri sul pop continuano, fondamentalmente, ad essere scritti nella stessa maniera di prima. Salvo un particolare. Oggi si spulcia anche (o soprattutto?) da internet. In sostanza tutto ciò accade anche perché il mondo dell'editoria vuole così. E vuole così perché crede, così, di poter vendere di più e con minor dispendio di energie (di editori e autori).

Arcana è un nome storico e illustre (leggete su wiki le origini); negli anni 70/80 aveva una collana "MUSICQA" (il n.6, 1982, dedicato ai Genesis) dove comparivano i testi integrali con traduzione a fronte. Le traduzione erano più o meno buone/discrete, raramente pessime; mentre il taglio ideologico di alcune intro era lo specchio di quei tempi. Oggi questa collana è stata sostituita da volumetti, come questo di cui dovremmo parlare, perseguendo uno stile già sperimentato da un'altra casa editrice, Riuniti, che in catalogo ha una nutrita serie di testi pop tradotti a spizzichi con commento. Lo "spizzico" del testo originale è un problema di copyright che qui non possiamo affrontare. Rimane il dubbio se non sia proprio possibile tornare al testo integrale e alla traduzione a fronte (e commento). Forse tra altri trent'anni.

La novità Arcana di oggi, nella fattispecie "Genesis" di De Liso, guadagna dunque il commento al testo ma soffre della mancata traduzione integrale e quindi della presenza del testo stesso (si commenta qualcosa che non si offre ai lettori nella sua integrità: mamma ideologia fa i suoi danni anche se in altra forma; voglio dire, commento/traduco la parte che mi piace di più?). Inoltre c'è il problemino dello spulciare su internet. Ma intendiamoci il problema non è tale perché su internet si trovino info poco attendibili, ma perché l'autore del libro (De Liso o altri che siano) finisce per fare un lavoro di assemblaggio di idee collettive o specificatamente altrui. Quello che manca, e che rende il libro, questi libri, la solita minestra riscaldata, è la mancanza di una idea forte, di una personale visione, di un indirizzo autoriale e autorevole. In fin dei conti leggiamo opinioni raccolte da internet e dalle fonti storiche alle quali facevamo riferimento all'inizio, mentre manca l'elaborazione personale. Gli stessi eventuali contributi autoriali si confondono nel già letto, nel già chiacchierato (in queste pubblicazioni manca infatti la possibilità di indicare le fonti).

In sostanza si tratta di un lavoro di superficie. Per dirla alla Boulez: manca il coraggio della ricerca. Questa paradossalmente sta invece su internet. Paradosso dei paradossi: il libro perde autorevolezza. Di chi sarà allora la colpa? E se ci spengono internet che si fa? Si torna al ciclostile?

ET

Carico i commenti...  con calma