L’Irlanda, mi mancava nella lista di paesi da cui provengono gruppi che ci stanno dentro, c’erano la Slovacchia e il Mali eppure l’Irlanda no; era famosa per aver dato i natali all’anticristo (U2) questo si. In Irlanda è tutto verde, piove verde, ci sono dei folletti celtici verdi che fanno scherzi verdi. L’unica cosa non verde sono i capelli della gente, rossi a fare da contrasto. Complementare. E forse sono più cattolici di noi. Pure la guinness non riesco a vederla.

Ma basta recensire l’Irlanda. Quivi infatti nacque un piccolo prodigio dal nome di New Life (è il secondo disco, il primo non l’ho ascoltato). E di new c’è poco dato che suona come la musica depressa anni ’70 Joy Division & company. Altre influenze riscontrabili sono i Cure (Hypnotic Regression), i Pixies malinconici di Bossanova (Drawing Lines) e buttiamoci Morrisey che non si sbaglia mai.
Dark, a tratti parecchio triste quest’album se non altro ha il pregio di suonare arioso, di una spazialità viziata, riuscendo così a raggiungere profondità insperate. Le voragini che aprono i Girls Names sono taumaturgiche, autocommiserevoli. Ci si rinchiude quando si è soli o quando si è troppo verdi.
Uno di quei dischi che s’impongono un tono epico, l’ideale per la colonna sonora del film di cui sei regista. Mentre guardi fuori dal finestrino la vita che scorre e la deframmenti rallentandone il corso, quindi osservi il mondo da svariati punti di vista: la vecchia che s’incammina a messa, un carlino che ansima il doppio per una cagnetta lontana, uno studente stronzo quanto te etc.

E’ come mi piace sentirmi quando ascolto sto tipo di musica, non dev’esserci il sole però e nessuno con voi, sennò la magia di musica del genere si tramuta in litania sfasciapalle. Sono canzoni per momenti un po’ così, nei quali si desidera essere trascinati da qualcosa piuttosto che coinvolti. Comunque ci sono 5 buone tracce, 4 meno buone e poi c’è Olympia che fa spruzzare assai. IRA forever.

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