Milano, 1983.
Non è solo l'anno di uscita di "Ride The Lightnin'" dei Metallica, come molti di voi debaseriani pensano, ma è anche l'anno di delibera della legge Basaglia che chiude i manicomi; di conseguenza le famiglie che voglino riprendersi i malati di mente impazziscono pure loro, mentre in caso contrario i poveracci si ritrovano in cooperative, che fanno svolgere loro dei lavoretti inutili e li riempono di sedativi che riducono in condizione semi-vegetale.
Entra in scena Nello (Claudio Bisio), il quale, considerato un sindacalista troppo moderno dai suoi colleghi (che ben presto passeranno tuttavia dalla parte opposta a quella del sindacato, ovvero quella del capitalista), viene mandato a dirigere una di queste cooperative di lavoro per individui diversamente abili. L'impatto con questa realtà decisamente nuova, per Nello, è inizialmente traumatica (nel vero senso della parola): prima scopre la realtà di una ragazza del cui corpo ha approfittato un uomo, lasciandola incinta, quindi il nostro Nello si prende pure un bel pugno in faccia da Luca, uno dei personaggi principali del film, stato molti anni in carcere dopo che all'età di 16 anni aveva sgozzato il fratello che, a sua volta, picchiava di continuo la povera madre. Tuttavia il nostro protagonista non si dà per vinto, soprattutto dopo che nota le capacità del tutto straordinarie nel compiere lavori (manuali di alcuni, matematiche di altri) dei suoi "pazienti-lavoratori". Essendoci tra Nello e i suoi lavoratori una patto di cooperazione, tutti insieme decidono di aprire una azienda di lavorazione del legno, e in particolare di parquet, sfruttando queste straordinarie capacità manuali possedute anche dallo stesso Luca, che si trasforma pian piano in una persona sempre più socievole e aperta (anche se selettivamente). Tutto sembra andar bene per Nello e per i suoi malati, che trovano persino casa e vita vera. Tuttavia gli ostacoli non mancano: prima il Dottor Del Vecchio (Giorgio Colangeli), cerca di ostacolare la cooperativa, poichè ritiene che i pazzi possano essere pericolosi per la società, ma soprattutto pochi sono coloro che darebbero il proprio parquet in mano a degli individui che, almeno sulla carta, risultano avere capacità cerebrali arretrate; in realtà questa fantastica storia ci permette di scoprire che ognuno ha dei doni nascosti, aldilà delle apparenze, e queste capacità confutano la mentalità prevalente della società, che tende a reprimere questi individui, straoridnari in tutti i sensi, negativamente e positivamente parlando.
La "Antica Cooperativa 180" pian piano cresce, assume nuovi lavoratori (rigorosamente diversamente abili, tra cui emerge la figura strepitosa dello "scorbutico") e vince alcuni appalti; tra questi appalti c'è persino la pavimentazione della metro di Parigi, ma per questioni che il film svelerà, questo progetto andrà inizialmente a monte, dando a Nello "la sua più grande vittoria" (se ora come ora non capite molto, vi consiglio di rileggere questa recensione dopo che avete visto il film! ndr).
Non voglio raccontarvi altro, se non che questo è un film meraviglioso, che sottolinea un tema non spesso affrontato, quello della diversità non culurale, non sociale, bensì mentale. "Da vicino nessuno è normale" dice lo slogan di Si può fare, ma è a mio parere più corretto dire "Cosa significa essere normale?"; nel film essere normale significa per gran parte essere utile alla società, cioè l'essere (come sempre più spesso accade in questo triste mondo) è visto da un punto di vista "capitalistico": siamo tutti operai pagati un tot di denaro, che fanno un certo lavoro, proprio per questo anche i diversamente abili possono far carriera se solo si dà loro la possibilità di esprimere un proprio talento.
Per un'ora e mezzo si passa dal riso al pianto senza accorgersene e senza mai sapere se bisogna ridere o piangere di fronte a certe situazioni drammaticamente buffe; forse in questo aspetto, più che in ogni altro, sta la bravura di Manfredonia, capace di fondere il divertimento, scopo principale di ogni commedia, con la serietà necessaria a dare credibilità ed enorme particolarità ad un film impregnato d'Italia.
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Di Ciak!SiBirba
Il lavoro riesce laddove le medicine falliscono.
Si può fare è semplicemente un punto di vista che fa bene al cuore.