Correva l'anno 1977. Credo.

Credo, davvero, perché poi, uno strano effetto orizzonte fa sì che ogni cosa sia antica io la riporti a quell'anno lì.

Magari invece era il 76, o il 78, o chi lo sa.

Lo Sferisterio di Macerata, che non è esattamente l'ultimo teatro lirico italiano, dà a Dario Argento l'incarico di dirigere la messa in scena di Rigoletto.

A quei tempi, avevo 14 anni, io di lirica conosco solo Zauberflote. Grazie ad Hermann Hesse. Allo Steppenwolf.

Punto. E salto temporale.

Rigoletto. Due o tre anni fa, in un osceno palatenda di un terribile posto della velenosa Brianza, lo mettono in scena.

Ho tre amici che di lirica non sanno nulla, se non che non si capiscono le parole.

Si spaventano del fatto che lo sappia più o meno a memoria. E anche del fatto che non lo sento da almeno un anno.

Ma questi sono problemi miei. Cosa gli sottolineo? Cosa gli dico di stare ad ascoltare?

  1. Che il Duca di Mantova è Mr. B. Sputato.
  2. Che - come giustamente dice Baricco - oggi, nel 2014, presentarsi in scena e cantare 'questa o quella per me pari sono' devi proprio essere Mr. B. per non vergognarti. (Dai - debasici - capitelo a chi mi riferisco, santa pace!!)
  3. Che pavarotti, volutamente minuscolo, è il miglior duca di Mantova io abbia mai sentito.
  4. Che devono stare attenti a Sparafucile, alla sua aria di presentazione, alla sua nota bassissima (la beccherà. In un terribile palatenda di un orribile posto della brianza ci sarà un solo, contagiosissimo applauso) alla fine di quell'aria.
  5. Che - insomma, mica parlo a una platea di melomani, bisogna anche accontentare un po' i gusti più bassi del pubblico - mentre Rigoletto canta la a me carissima aria 'Cortigiani, vil razza dannata' (capolavoro assoluto, vergognatevi se non la conoscete) il sopracitato Duca sta violentando Gilda
  6. Che bisogna capire se Sparafucile sa oppure no che quella che fa fuori è proprio Gilda.
  7. Ma non glielo dico (non si può mica dire tutto) ma lo dico a voi, una delle tre orchestre presenti in scena nel primo atto (che è indubbiamente un burlesque nel più tipico stile di Mr. B.) intona un'arietta che sarà poi ripresa in un bellissimo e misconosciuto coretto di Traviata. Queste però sono cose che non posso dire a nessuno.
  8. Che nel 1977, o giù di lì (c'ho uno stranissimo effetto orizzonte) a Dario Argento, che qualcuno osa dire che gli somiglio, allo Sferisterio di Macerata, gli danno l'incarico di dirigerlo, Rigoletto. E fanno bene. Perché è la sua. C'è Rigoletto, che è un buffone, solo, deforme e povero, che odia il suo padrone e che deve farlo ridere. C'è un serial killer, che si chiama Sparafucile. C'è una notte di tempesta, e in quella notte un omicidio. C'è un personaggio laido, odioso e affascinante, che non ha un nome, ma è il Duca. Silenziosa standing ovation ai marchigiani. Solo che il papà di Asia inizia e gli parte l'embolo. Teste che rotolano, castelli medioevali, ma vai a quel paese. Così gli dicono gli sferisterici, la diamo a uno più tranquillo, che non rompe le balle, te vai a fare opera (cagata clamorosa) che fai finta che mettono in scena Macbeth (Macbeth? non invece la 23-esima opera, che non si può nominare? Quella che porta sfiga?). Eppure, io - quattordicenne - sono sicuro. Una sera, su Rai radiotre la trasmettono. E dicono regia di Dario Argento. Ecco, questa è la mia storia, solo una delle tante, ce ne sarebbero almeno mille, su Rigoletto.
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