Abbiate pazienza, ma è ancora una canzone d'amore. Dopo smetto.

Poi canzone non è certo la parola giusta. Non in questo caso, non negli altri.

Amore invece sì.

Fine del secondo atto. Poco dopo il duetto tra Germont padre e Violetta. Un attimo prima di quella botta emozionale che è Amami Alfredo.

Violetta è distrutta. Ha perso tutto. Tutto. La vita, l'amore, la speranza, ogni speranza. Il perché - in due parole - lo ha spiegato lei, poco prima.

Un attimo dopo dirà addio ad Alfredo, l'unica cosa di cui le importi nella vita.

Un attimo dopo.

Qui è tutto fermo. È silenzio.

Violetta è da sola. E in scena è tutto immobile.

Non canta.

Dall'orchestra si alza un oboe.

E canta - dal nulla - una melodia triste e dolcissima.

Dura meno di un minuto. Poi la Tragedia riprende. Riprendono i valzer, le feste, le sofferenze, tutto.

Per meno di un minuto la storia si ferma. Non c'è più Violetta sulla scena, c'è la ragazza che ama Giuseppe. E che - gli hanno detto - non va mica bene. Per gli stessi motivi che - in due parole - fa dire a Violetta.

Meno di un minuto, una carezza, da Giuseppe alla sua donna.

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