I miti raramente deludono, e quando oggettivamente un po’ lo fanno, di solito non vediamo e sentiamo null’altro che la risaputa grandezza dell’artista, ma questo caso non è uno di quelli.

Glenn non ha perso un decibel della sua voce ultra-espressiva e si ripresenta quest’anno con un nuovo bellissimo disco. Lo avevamo lasciato a cantare “The Spell” e “I Go Insane” accompagnato dal terremoto chitarristico di Tony Iommi e lo ritroviamo in una veste decisamente più funky con “Music For the Divine”.

La spina dorsale della band vede il grande ritorno del “Peperoncino” Chad Smith, definito in un intervista da Glenn: “il più grande batterista funk di tutti i tempi”, seguito anche (è questa la notizia) dalla mente e chitarra dei Red Hot John Frusciante. Per Hughes, pioniere del funk rock, è un invito a nozze e il tocco di Frusciante completa in modo determinate un ensamble godibilissimo. Il disco si apre con un intro distorto di sola chitarra, che gradualmente sale d’intensità fino a sfociare nel classico riff sincopato alla Red, mentre il ritornello è settantiano al 100%.
La seconda “Steppin On” è decisamente più ruspante e dai ritmi zeppeliniani, grandiosi gli assoli in successione di Frusciante e Marsch. La grande differenza di timbro e stile ne facilita il riconoscimento immediato: distorsione leggera e tocco sporco per il primo, sonorità cupe e più jazz per il secondo.

Chad Smith è protagonista nel terzo brano, intitolato “Monkey Man”, che sembra davvero scritto da Anthony Kiedis e compagni. È il momento di un pezzo acustico, “This House”, ottima ballata rock. Segue “You Got Soul”, sempre più funky, sempre più coinvolgente lo slap di Hughes supportato dalle due chitarre scatenate.
Di nuovo un’acustica, di nuovo una ballad e un’atmosfera musicale sempre più intensa. La regola dell’alternanza sembra ora vigere all’ interno della tracklist: “Black Light” ci catapulta violentemente un’altra volta in un inferno funkeggiante, ma a seguire troviamo una splendida versione di “Nights In White Satin” dei Moody Blues, storico gruppo di pionieri del prog-rock, supremamente interpretata da “The Voice of Rock”.

Sound appesantito e solito abuso del wah wah per Frusciante in “Too High”, nona traccia. Melodia e ritmica incalzante si fondono in “This Is How I Feel”, ottimo brano preparatorio alla traccia di chiusura, tenue e soffuso arrivederci di un grande artista.

Ho esaurito gli aggettivi, quindi che altro dire se non “The rock will never die!!!”

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