Into The Pandemonium
Uno tra i tanti inferni possibili, naturalmente.
Risulta arduo collocare con asettica esattezza il Dantesco Girone nel quale l'aberrante outfit Olandese, rispondente all'impresentabile monicker Gnaw Their Tongues, ci conduce nel corso di questa nefanda e totale apocalisse pentagrammatizzata.
La asfissiante, cieca, inghiottente, ribrezzevole e irreversibile sostanza inscenata in "Reeking Pained And Shuddering", seconda fatica risalente alla fine della appena conclusa precedente annualità, forse potrebbe esser adeguatamente collocata tra gli infrequentabili meandri del famigerato Settimo Cerchio: perché occorre aprioristicamente esercitare violenza su sé medesimi per tentare di entrare in musico-relazionale, aberrante sintonia e consecutivamente reggere l'impossibile urto emanato nell'accidentato corso delle efferate sconsideratezze inscenate in questi sei(seisei) insani quanto lùridamente infami brandelli, grondanti inusitata follia e subliminale martirio da ogni singolo frammento.
Un lavoro totalmente incompromissorio, fanaticamente eccessivo e al contempo rovinosamente affascinante: un raggelante connubio ove collidono, cozzando irreversibilmente, imponenti strati di Weird Music sormontati su altrettante grottescamente dissimulate sublimazioni elettro-industrialoidi; "Blood Spills Out Of Everything I Touch", 'evoluta' traccia d'apertura, non lascia prigionieri: un autenticamente scurissimo, malato, ingestibile suono-monolite di otto minuti e oltre, nel corso del quale si materializzano i peggiori suono-incubi sia (dis)umanamente possibile ipotizzare: una materia inestricabile e inespugnabile a base di avantgarde/bestial/black/drone/doom/ritual music: roba, per capirci, da immediato e coatto ricovero in Manicomio (sé non li avessero, a tempo debito, appropriatamente serrati).
"Nihilism; Tied Up And Burning" potrebbe risultare indigesta persino agli appassionati di canonicamente standardizzate extreme-musiche in virtù della sconsiderata, virulenta e autistica furia ultra-grind sommersa da una copiosa coltre di lava incandescente in aggiunta a qualche lieve tonnellata di contaminate macerie post-industrial assortite.
Si sommi al tutto una qualità registrativa parecchio 'artigianale' con ulteriore aggravante, in contumacia, di volumi appositamente fuori controllo e eccentricamente convulsi: otterrete uno tra i lavori più "out", impermeabili ed al contempo interessanti degli ultimi de-tempi.
Statene alle larga (Voi che accingete ad entrare).
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