Il nome dei Goblin è leggendario e conosciuto in tutto il mondo. Pur essendo un gruppo che si può definire “progressive” in realtà i Goblin sono riusciti a raggiungere le frange più diverse di pubblico, dai metallari agli appassionati di gothic-rock, soprattutto grazie all’incredibile connubio raggiunto tramite le colonne sonore dei film di Dario Argento. Non è esagerato dire che pellicole come Profondo Rosso o Suspiria risulterebbero in qualche modo “monche” senza il commento musicale dei Goblin. Attualmente i Goblin sono scissi in due tronconi: da una parte lo storico tastierista Claudio Simonetti con il suo progetto Claudio Simonetti’s Goblin che continua, in verità un po’ stancamente, a riproporre omaggi e tributi alla sua carriera come nella recente versione celebrativa per i 40 anni di Profondo Rosso. Ma anche gli altri membri del gruppo, che hanno modificato la vecchia sigla in Goblin 4, hanno avuto nel 2015, forse senza molta fantasia, la stessa idea e hanno pubblicato “Four Of A Kind”, un album concepito per celebrare sempre la ricorrenza dei 40 anni di Profondo Rosso.

Ora ne esce una nuova versione pubblicata dalla Black Widow di Genova in una versione lussuosa e con una bonus track che racchiude anche 4 carte raffiguranti i 4 membri dei Goblin 4. La nuova incarnazione comprende in effetti tutti i vecchi musicisti eccetto ovviamente Simonetti: troviamo così lo storico bassista Fabio Pignatelli, il mitico batterista Agostino Marangolo, Massimo Morante alla chitarra e Maurizio Guarini alle tastiere e, in un brano, Agostino Marangolo al sax. Four Of A Kind è, fortunatamente, nel tipico stile Goblin senza nessuna contaminazione metal o comunque di cattivo gusto. Fin dall’iniziale “Uneven Times” siamo proiettati nelle atmosfere oscure dark-prog e orrorifiche che hanno fatto la loro fortuna. La successiva “In The Name Of Goblin” riecheggia, grazie agli arpeggi di chitarra di Massimo Morante e alle tastiere di Guarini, le ambientazioni di Profondo Rosso. L’altro pezzo forte del disco è rappresentato da “Kingdom” dove le tastiere sontuose, gotiche e regali di Guarini creano un’atmosfera cupa e dark che diventa via via più potente grazie al basso pulsante di Fabio Pignatelli. La bonus track presente in questa nuova edizione ci regala una versione dal vivo del brano “Goblin” proveniente dal mitico Roller del 1976. Gli appassionati dei Goblin troveranno pane per i loto denti e non rimarrano delusi da Four Of A Kind che, nel complesso, si rivela un disco dignitoso.


  • Pinhead
    2 mag 17
    Recensione: Opera:
    Ma infatti l'unica cosa che ricordo di «Profondo Rosso» è la colonna sonora.
  • v8interceptor
    7 mag 17
    Recensione: Opera:
    Io di loro ho recensito pochi giorni fa' CONTAMINATION 1980....per me I Goblin hanno fatto cose egregie proprio senza Simonetti, la vera band la reputo per forza quella di PIGNATELLI, non esiste lavoro dove non vi sia presente lui...Questo disco visto che ha il grande Guarini lo cerco, ma allora la band 'e fatta solo da GOBLIN ex o classici???Ricordo che ultimamente si esibivano con dei turnisti mentre Simonetti mischiava sacro e profano con mezza formazione dei DAEMONIA

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