Isolazionismo… questo è il termine che più si addice alle opere (perché di vere e proprie opere d’arte si tratta) del combo canadese.

Questa seconda uscita ufficiale, escludendo la cassetta autoprodotta in 33 copie “All Lights Fucked On The Hairy Amp Drooling” del 1994; si pone tra il magnifico esordio “F#A# infinito” e “Levez Votre Skinny Fist Comme Anthennas To Heaven” ed è il reale punto di congiunzione fra il rumorismo prog in bianco e nero dell’esordio e le costruzioni classiciste e visionarie del secondo.

Queste due tracce, che fanno un totale di quasi 30 minuti (alla faccia dell’EP.. !) sono pensate per essere la summa, se non proprio l’ ABC, del pensiero che sta dietro l’ idea GYBE!… l’isolazionismo, di cui dicevo all’inizio.
La prima traccia, “Moya” (nome proprio del fondatore del progetto, insieme ad Efrim), è un pezzo “classico” à la Godspeed, dove gli impercettibili tremolii iniziali si espandono vertiginosamente fin dentro le viscere della terra, per poi tornare quieti e sinistri; una sorta di catarsi auto-analitica, dove i pensieri di ognuno di noi si manifestano e materializzano dentro i nostri occhi, con la più sublime dolcezza o il più inquietante terrore…

BBF3” (“Blaise Bailey Finnegan III”) è un brano di musica classica moderna, un perfetto dipinto post-atomico sulla desolazione umana, ispirato durante la registrazione dalle desolate lande scelte per installarvi lo studio, “Mile End” quartiere periferico di Montreal fatto di capannoni dimessi, auto abbandonate e vagoni di treni in completo disuso… questa è musica che va ascoltata e vissuta rigorosamente in solitudine, a cui va permesso di entrare in tutte le stanze del nostro cervello, anche quelle chiuse a doppia mandata; nelle quali pure a noi stessi è vietato entrare… permettere al suono di impossessarsi di tutta l’aria presente e lasciarlo penetrare in circolo nel nostro sistema vascolare attraverso i neuroni, così che la tremenda bellezza sprigionata possa arrivare direttamente ai muscoli, ai nervi, ai tendini ed alle ossa… scuotere tutto e tentare di rimettere tutto a posto.

Questa è musica da cui bisogna lasciarsi stuprare.

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