Il miglior pregio dei Gomez? Penso che siano imbattibili in materia di dare, come dire, senso compiuto a qualsiasi frammento sonoro. La loro musica nasce da tante piccole schegge organizzate come un personalissimo microcosmo, riunite, coordinate e rese organo insostituibile di quegli "insiemi" compiuti che risultano essere i loro lavori.
Eccezione che ne conferma la regola, è questa raccolta atipica datata anno 2000: in tal caso, il frammento nudo, sconvolto e improvvisato viene privato della propria libertà per creare un'osmosi che, personalmente, ritengo posseggano solamente le grandi band. Non è difficile intendere come una raccolta di B-sides, rarità e cover rifatte, sia una tremenda arma a doppio taglio in quanto ci presenta un'espressione musicale più genuina, privata del luccichio delle grandi produzioni: allora permettetemi di dire che i Gomez, in questa veste più "Indie", superano alla grande l'esame del faccia a faccia con la loro musica, con la scorza nuda (scusate il gioco di parole), ma mai scontata o alquanto ripetitiva.

Parlando di queste quindici "follie", preferisco cominciare dalle cover, Flavors e Getting Better: non potendo discutere la bellezza della prima, ci terrei a sottolineare come la seconda, con marchio di fabbrica Lennon-McCartney, sia stata estrapolata, manipolata e ridataci in pasto come una canzone proprio dei Gomez.
Poi, proprio non potendone fare a meno (è il turbinio sonoro che sconvolge l'appassionato), devo passare all'esame dei rifacimenti eccellenti: la famosa 78 Stone Stubble diventa Shuffle, con un'impeccabile esecuzione dal vivo per la BBC; alzare il volume per credere, l'effetto è da swing che ti capotta il locale sotto casa. L'altra, la famosa e bellissima We Haven't Turned Around, torna nuda e cruda privata della sua orchestralità, ma decisamente viva, pulsante e sentita.

Se il disco finisse qui, credo che i fan più accaniti si potrebbero ritenere già soddisfatti anche se manca ancora la sezione dei "segati" eccellenti, ovvero quelle perle che ti fanno innamorare proprio perchè dimenticate e scoperte per caso. Una su tutte? Buena Vista. Otto minuti strabilianti, dei quali la metà strumentali in una sorta di revival psichedelico registrato su un quattro tracce nel box dietro casa.
Grande, ma non vorrei dimenticare Wharf Me o Rosemary, talmente struggente da risultare atipica nella produzione dei Gomez e così ora mi sorge un dubbio: quale sarebbe la vera produzione dei nostri eroi? Risposta difficile... meglio continuare nell'ascolto e scoprire altri gioielli come le due Shitbag, venate di Blues, Bring Your Lovin'Back Here o le malate Hit On The Head, The Cowboy Song.

Sono sicuro di una cosa: con una produzione mirata, si sarebbe potuto spacciarlo come l'ottimo predecessore di In Our Gun. Viva l'onestà allora...

Carico i commenti... con calma