In breve direi che non ce ne importi niente se sullo schermo ci appaia davanti agli occhi un mostro spaventoso, ma potremmo essere invece molto colpiti da una scena che mostri una particolare "immagine" che sia in qualche maniera "fastidiosa" e che vada a toccare paure che siano insite nella natura umana da tempi lontanissimi. Penso del resto che il grande successo dell'ultimo film di Guillermo del Toro stia proprio nell'aspetto più pruriginoso che riguarda il rapporto sessuale consumato dai due protagonisti, perché questo ci viene presentato come qualche cosa di profondamente romantico, come un amore che superi ogni barriera possibile. Eppure esso costituisce qualche cosa di grottesco: certo la resa non è "fastidiosa" come possono essere le immagini di "The Fly" di David Cronenberg (mica lo avrebbero premiato altrimenti) ma il concetto è evidentemente comunque molto efficace sul piano emozionale a tutti i livelli.

"A Cure OF Wellness" (2016) di Gore Verbinski è un film gotico e grottesco e carico di misteri e fondamentalmente basato su una serie di immagini che appartengono alla categoria richiamata. La storia è basata su un'opera di Thomas Mann del 1924 ("The Magic Mountain") ed è ricca di rimandi all'immaginario di H.P. Lovecraft: è ambientato sulle Alpi Svizzere ai giorni nostri (in verità presso lo spettacolare Castello di Hoenzollern in Germania e nella prossimità della Foresta Nera), dove un giovane broker di NYC di nome Lockhart (Dane DeHaan) viene inviato dai suoi capi a prelevare presso una centro benessere il CEO della compagnia Roland Pembroke, che deve firmare delle liberatorie per la fusione con un'altra agenzia.

La spa è diretta dal dott. Heinreich Volmer (Jason Isaacs), il cui metodo di cura consiste fondamentalmente nella somministrazione di acqua (altro punto di contatto con il film di del Toro). Ma non solo: considerandone le capacità benefiche, egli ritiene che anche pratiche come la semplice attività in piscina oppure la sauna, fino a attività più estreme come la prolungata immersione, costituiscano il fondamento di una cura rigenerativa completa. La verità, che appare subito evidente, è che gli effetti della "cura" sono invece deleteri tanto nel fisico quanto nella psiche dei pazienti. Una volta sul posto Lockhart si ritroverà causa le circostanze costretto a restarci e ogni suo tentativo di fuga sarà vano, fino al finale in cui tutte le carte verranno finalmente scoperte.

Ho già richiamato i toni grotteschi di questo film: molte scene hanno un impatto scenico e emotivo veramente forte. Il carattere ossessivo e allucinato diffuso e le apparizioni ricorrenti delle anguille, le caratteristiche "sanguisughe", rigurgito di una scienza medica antidiluviana, e che qui costituiscono l'elemento orrorifico principale, unito all'ardire del regista e degli attori, che si sono sperimentati nel girare scene difficili e coraggiose, sono tutti elementi che vanno a favore di un film sicuramente originale e che forse difetta solo nella "stesura" delle scene finali. Se ci aggiungiamo che tutti i componenti del cast, a partire dai giovanissimi Dane DeHaan e Mia Goth (credo ancora per poco quasi sconosciuta), il film vale sicuramente quello che una volta veniva definito come "il prezzo del biglietto".

Carico i commenti... con calma