Del nuovo disco dei Gorky’s recensisco solo le prime quattro canzoni perché mi addormento sempre prima di andare oltre. Detto questo, non è che il disco sia brutto. Anzi. Solo che Euros Childs ha questo modo di cantare: mi culla.
Waking For Winter già descrive bene chi sono questi cinque tizi un po’ demodé: si sente un’armonica, un violino, un ritmo folk e poi un rallentamento che inizia a rilassarmi (è anche l’una e un quarto di notte…).
Segue Happiness, che si mantiene su ritmi lenti ricordando molto Josie Knows, allucinato e misconosciuto gruppo dell’avanguardia mitteleuropea, nella voce dal falsetto falsamente dolce e anche nella melodia fatta di poche note: bellissima!
In Mow The Lawn, la terza, Euros si tradisce e si mette a urlare (e mi sveglia, lui e quelle distorsioni…).
Ma la traccia dopo, Single To Fairwater, è perfetta: mi addormenta. È la colonna sonora di una foto con la maglietta a righe e i calzoncini, un po’ sbiadita o con i colori un po’ alterati (è una polaroid? ...chissà se in Galles le usano ancora): “well he gives me goose-pimples / or it might just be cold / it’s funny just talking / about growing old”. E su queste parole mi addormento.
Il resto del disco si perde nei pochi ricordi che il cervello immagazzina durante il sonno. Ancora una ninna-nanna dolce, poi se non sbaglio a un certo punto Euros canta “wake up, greet a brand new dawn” sopra un altro ritmo folkeggiante, ma è troppo tardi… Mi resta l’impressione di un sound naif, che per una band che è in giro da dieci anni è una gran cosa; ma questo disco non è come il precedente (How I Long To Feel That Summer In My Heart, del 2001), anch’esso bizzarro e dolce, ma che mai mi ha fatto addormentare. Mai.
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