I Gothica, duo italiano formato da Alessandra Santovito e Roberto del Vecchio dedito ad una forma di ethereal dark caratterizzata da alcuni inserimenti "etnici" e dalle tinte oscure e glaciali, escono nel 2003 con l'album "The Cliff of Suicide". La title-track è stata ispirata da un luogo realmente esistente: la scogliera del suicidio, sotto la quale sono sommerse le rovine di un'antica città mediterranea e che in passato è stata teatro di gesta disperate. Nel cd è tra l'altro presente il video della canzone (qui proposta in una versione con maggiori inserimenti elettronici rispetto all'originale), girato nel suddetto luogo durante un suggestivo tramonto nel corso del quale un'avvenente Alessandra accompagna con il suo canto ammaliante e profondo le immagini della scogliera che diventa una metafora del sublime, con le sue onde incessanti (che introducono le note della canzone), i suoi immensi campi di grano e di papaveri, e le sue rocce che calano a picco sul mare, l'ultima visione di coloro che non hanno saputo trovare conforto nella meraviglia di quei tramonti. È proprio sulla ricerca del sublime che sembra indirizzarsi questo lavoro, le cui fonti sono chiaramente ispirate alla letteratura romantica e gotica sia per quanto riguarda i testi delle singole canzoni che l'artwork. Abbiamo infatti richiami al romanzo "The Monk" (nell'omonima traccia) di Matthew Gregory Lewis, capolavoro della letteratura gotica inglese di fine settecento, Christina Rossetti e Calderon de La Barca, ma anche a Shakespeare.
Le strutture delle canzoni sono molto diverse tra loro e sono costruite su un'ottima base di tastiere alle quali si aggiungono elementi classici come violini e flauti e sporadicamente alcune percussioni. La voce di Alessandra è il piatto forte dell'opera, altamente espressiva, raggiunge spesso delle vette operistiche come in "La Vida es Sueño". Buona anche la prestazione di Roberto che canta in due sole tracce ("Cosmic Harmony" e "The Land Beyond", le quali grazie alla sua voce profonda sono tra gli episodi più introspettivi dell'album). Ad aprire le danze, una sognante e romantica intro cantata in italiano: "Nel buio", che si interrompe bruscamente nel momento di maggiore tensione per lasciare spazio al suono delle onde che introduce "The Cliff of Suicide", l'episodio migliore del disco per il suo forte impatto emotivo e il contrasto che viene a crearsi tra il ritornello e il resto della canzone. La terza traccia "Deep Lakes of the Soul" è priva di testo ed assieme all'altro episodio "Harmattan" presenta alcuni richiami a formazioni come gli Ataraxia e i Dead Can Dance più etnici.
Difficile trovare un aspetto negativo in questo album dove ci si accorge che la classe non manca ma che tuttavia avrebbe meritato sicuramente un voto più alto se le canzoni fossero state più intricate e complesse, andando a costruire un'opera che avrebbe indubbiamente potuto essere indimenticabile. Questa rimane comunque una buona uscita per i Gothica, che dimostra che anche il panorama dark italiano ha qualcosa da offrire e che fa aumentare l'attesa per i futuri lavori del duo nostrano.
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