Gesù santissimo benedetto. Qualcuno mi spiega la differenza fra le desinenze del verbo essere nei modi perfetto e piuccheperfetto in greco? Non riesco a capirci più niente. Ma morissero tutti i miei prof, cazzo, sommerso di versioni e versioncine come sono, non ne posso più! Stavolta, in difficoltà con una favoletta di Esopo, mi sono ribellato all'incredibile masochismo dei cattedrati, mandando gentilmente affanculo la scuola e attaccandomi al computer.

Dopo sei partite consecutive a Pinball (e tutte che non superavano i sei milioni) mi sono un po' logorato i genitali (o, in parole grezze, rotto le balle) e ho deciso di ascoltarmi un po' di musica sul mio Creative. Quand'ecco, l'illuminazione! Spuntano fuori i Gotthard! Come Paolo sulla via di Damasco, capisco cosa debbo fare. Condividere coi miei amici DeRecensori la magnificenza di questo gruppone.

Il singolo che ho prescelto è quello che sento più volentieri della discografia dei Gotthard (anche se non è mai uscito come singolo ufficiale), si intitola "Mighty Quinn" ed è un vero e proprio inno ai Pink Floyd. Ultimamente, se non vado errato, è spuntato fuori un gruppo australiano di nome Wolfmother, che spremendo un po' i chitarroni riesce a fare uscire un suono molto glamour, hard rock anni '70 eccetera eccetera. Ma li avete mai sentiti i Gotthard? No, chiedo, li avete mai sentiti? No???? Cominciate a farlo! Così cool e così hard rock come loro non c'è nessuno! Poco tempo fa, Pibroch recensì (per la prima volta) un disco dei Gotthard, "Lipservice" per la precisione, e ricordo come se fosse ieri un commento rilasciato da un utente, che in poche parole diceva che se fosse stato un gruppo del calibro di Pink Floyd e simili a comporre le canzoni dei nostri amici svizzeri, avrebbe avuto un successo ancora più imponente di quello attuale. Invece a comporle sono state i Gotthard, e quindi niente successo planetario, niente fama meritata, niente di niente. Trattamento quantomeno ingiusto. E questa "Mighty Quinn" sarebbe diventata l'inno di una generazione se fosse uscita dalla penna di Freddy Mercury invece che da quella di Leo Leoni. Ed è un peccato che in pochi la conoscano: ed è altrettanto un peccato che io non sappia mettere un sample. Comunque, sono qui per descriverla, e cercherò di farlo nel modo migliore possibile.

La composizione inizia con una schitarrata che più stile anni '80 di così non può essere. E l'effetto, nel 2000, è notevole. Successivamente quel grande artista di nome Steve Lee attacca la strofa, e anche qui l'atmosfera degli Eighties rimane immutata: già lo si può immaginare al microfono, capelli lunghi, voce che nella sua robustezza sfocia talvolta in un falsetto gioioso. Il ritornello è un capolavoro. Tutti i membri della band, quindi Lee, Leoni, Marc Lynn (basso) e Hena Habegger (batteria) cantano in simil-falsetto sopra un sottofondo che sembra uscito da una chitarra floydiana. Forza, tutti assieme: "Come on without, come on within/ You'll not see nothin' like the mighty quinn". Ancora una volta la strofa successiva è cantata in un modo ottimale da Lee, che punta stavolta a toni più alti, riuscendoci con una disinvoltura eccezionale, e dopo il ritornello parte l'asssolo. Sanguigno come non mai, con evoluzioni sempre in ambito Eighties, questo stacco solitario è tutto da assaporare, fino in fondo, come ai tempi dei migliori Floyd, e devo dire che la pelle d'oca me l'ha fatta venire.

Superba veramente la prova di Leoni, che dopo aver esaurito i venti-venticinque secondi a sua disposizione molla le cinque corde e si mette a cantare assieme a tutta la band, per l'ennesima volta, il ritornello. Ma stavolta è diverso. Nessuna chitarra in sottofondo, solo il ritmo della batteria e le voci degli svizzeri. Avete presente quelle vecchie scene in cui Mercury batte le mani assieme al pubblico a ritmo di musica? Ecco, anche questa volta i Gotthard prendono spunto dalla scena musicale di quegli anni. La parte finale è semplicemente da applausi: dopo aver tirato un urletto stile Justin Hawkins, Lee si acquieta mentre Leoni e Lynn fanno il "lavoro sporco" cavando fuori dai loro manici un altro gran bell'assolo, per poi concludere con l'esecuzione di due-tre note staccate in tono alto un'esibizione mozzafiato.

Ragazzi, allora, che aspettate a conoscere questo gruppo? Se fossi in voi, io non mi ci avvicinerei soltanto, ma mi tufferei sopra, tale è la qualità sonora dei suddetti svizzeri.

P.S. Sono riuscito a tradurre la favola di Esopo! Era quella della volpe che frega il pezzo di formaggio al corvo... ma che fatica!

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