Ci può stare. Capisco chi si sia stancato di sentir parlare di post-rock; sono anche però convinto che sia necessario, a volte, saper essere capaci di prendere quel qualcosa e valutarlo da sé, così com'è, a prescindere dal contesto, da paragoni, relazioni, influenze,incidenze,etc... Di gruppi quali Mogwai, Giardini di Mirò, Explosions in the Sky, Labradford, si è detto veramente tanto e, a mio parere anche giustamente. Io non canto, non suono alcun tipo di strumento, non giro il mondo per vedermi un concerto e non avrò una cultura musicale come tanti qui su Debaser (oltre che orrenda presunzione e maleducazione, battuta... ma...), lo ammetto serenamente, ma questi Grace Cathedral Park mi piacciono veramente tanto.
Consiglio l'album a tutti coloro che amano i gruppi di cui sopra, non tanto perchè amano tali gruppi, ma perchè questi G.C.P. rappresentano una interessantissima variante a tutto quello che è post-rock. L'album esce nel 2004, dall'etichetta discografica La Verdad (mai sentita nominare), mi chiedo perchè solo ora ne sia venuto a conoscenza. Sforzandosi un pò potremmo anche azzardare un paragone con i Red House Painters (non è un caso che il loro nome derivi proprio da un brano dei Red House Painters..), specialmente per l'atmostera tardo-romanticista che aleggia dall'ascolto; ed è questo il punto. Non c'è quel sali-scendi tipico di Mogwai e, soprattutto, Explosions in the Sky, ma tutto è calmo, tutto è piacevole e dolce.
Album totalmente strumentale, totalmente onesto e totalmente coinvolgente. Facilissimo da ascoltare sin dal primo tentativo. Archi, batteria, basso, chitarre; un album di ben 70 e più minuti spalmato su 6 tracce, che per quanto poco indicativo, la dice lunga sull'abilità compositiva dei canadesi (almeno credo, diciamo dei "ragazzi"...).I Grace Cathedral Park rappresentano, indubbiamente, un punto di partenza, una missione: evitare che il post-rock vada in decomposizione o si sputtani con il rischio di diventare alla mercè di chiunque (radio, televisioni,giornalini stupidi). Con l'album in questione, "In The Evenings Of Regret", non scoprirete in realtà nulla di nuovo, sono le sottigliezze che contano, i particolari, ma se volete fermarvi a pensare e , magari, emozionarvi questa perla potrebbe funzionare. Ora magari insultatemi, ma prima rimediatevi il disco, ok?!
Carico i commenti... con calma