I Gram. sono una perla nascosta del microcosmo romano nato intorno al Sinister Noise di Roma, celebre locale alternativo che nei suoi dieci anni di vita è stato il portabandiera della musica alternativa e realmente indipendente nella capitale.
La formazione è l'ultima incarnazione dei Dianetica, band che si era fatta conoscere per un EP omonimo, e che nel corso degli anni ha avuto numerosi cambi e defezioni, mantenendo intatto solo l'asse Adriano Bartoccini, già e ancora batterista di Electric SuperFuzz e Beesus, e Matteo Marini, voce e chitarra, conosciuto anche per essere il bassista dei Killer Boogie e dei Beesus. E' proprio questo binomio a fare la parte del leone, forte di un'intesa musicale che, coadiuvata dalla presenza di Riccardo Alexander (basso) e Giacomo Occhiuzzo (chitarra), riesce a esprimersi con una violenza indescrivibile sul palco.
L'album, edito per New Sonic Records, piccola label romana, rea di aver fra le sue file band di primissimo ordine come HowBeatsWhy, Io Monade Stanca e Suzzane's Silver, si muove nell'ampio raggio delle influenze del rock alternativo degli anni '90. "How Can I Say?" gioca con i Melvins e con i Motorpsycho, con i Dinosaur jr. e i Breeders, tenendo come sottotesto un'anima grungesque che raggiunge il suo apice nella vibrante "Team Work Deficit", ennesimo inno (riuscito) sull'alienazione.
Un disco che sa consapevolmente di periferia drogata, anche nei brani dal sapore bucolico, come se l'omogeneità del lavoro vada cercata più sul piano emotivo/artistico che su quello compositivo. I Gram. in questo esordio riescono ad essere potenti, inquieti ed ironici come raramente accade nell'ambiente alternativo italiano che tende troppo spesso a prendersi stucchevolmente sul serio.
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