Ah scusate, non ve l'avevo detto, ma sono in macchina stasera e si è appena messo a piovere, un temporale coi fiocchi.
Parcheggio, e sento la musica che scroscia sul parabrezza, Protected From The Rain direi, anzi lo dice Jason Lytle con la sua voce d'elio mentre mi godo l'ultima traccia.
La ascolto spesso, in effetti. Sì, ok, lo ammetto, recensisco questo EP (uscito nel 1999, qualche mese prima del concept-capolavoro "The Sophtware Slump") solo per questa canzone, la più bella dei Grandaddy.
Ci sarebbero anche Hand Crank Transmitter, che comincia con un crepitio in crescendo che fa tanto 'aggeggio scassato', e poi si risolve in una delle loro classiche canzoni dreamy, soffici e sporche (come la neve); Jeddy 3's Poem, miagiolii elettronici assortiti provenienti direttamente dal cuore umanoide di Jed (l'eroe di Sophtware Slump); e Mgm Grand, divertente vignetta pop.
Ma scivolano via in fretta come la goccia d'acqua caduta sul parabrezza della mia macchina.
Protected From The Rain, invece, mi piove addosso nonostante io sia al riparo, e si insinua nelle fenditure dei miei occhi.
Sembra proprio fatta di pioggia questa canzone.
Sarà colpa della tastiera (goccioline lievi e fitte) o forse degli accordi di piano come lampi nell'oscurità.
Sarà che la sua intensità stonata bagna il paesaggio di una città invisibile, surreale.
Sarà che manca la tipica chitarra sporca, ma sporca (appannata per la condensa?) lo è la sua splendida voce, e riesco a immaginarlo mentre, fuori dalla mia macchina, fradicio, canta "...and that poem you left on my windshield / wrapped in plastic / to protect it from the rain".
...Sarà che queste parole bastano per farne una poesia, protetta dalla pioggia forse, ma fottutamente esposta alle emozioni - come noi.
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