Voglio cominciare con un'affermazione che probabilmente stroncherà questa mia recensione: trovo assurdo che il miglior disco di hardcore italiano mai realizzato sia attualmente impantanato tra il culto e l'oblio e che nessuno si prenda la briga di ristamparlo. Il disco si conclude in una velocità da urlo di appena 13 minuti, nei quali trasuda passione da ogni riff, la sezione ritmica crea dei vortici continui inventando stacchi e controtempi da farti dubitare che il giro sia in 4/4 ed il cantante tramite metafore ed uso di concetti ricercati vomita all'ascoltatore con la sua voce malata continui inni a combattere lo schifo che ci circonda. Originari di Trento, sfornarono questo capolavoro nel 2001. Le informazioni sulla band reperibili in rete sono scarse e poco dettagliate ed avendo scoperto il disco in fase postuma, non sono in grado di dare dei riferimenti su quale fu la distribuzione del prodotto. Sfido chiunque a suonare hardcore meglio di così. La scena italiana, sin dagli anni '80 è stata composta da band fantastiche e riconosciute a livello mondiale.... è arcinoto il concetto secondo cui dal 1981 al 1984 nessuno al mondo suonava hardcore come in Italia. Negli anni '90 il territorio nazionale pullulava di realtà che non ebbero lo stesso successo internazionale, ma che sono a tutt'oggi idolatrate dagli estimatori del genere. Dal mio punto di vista, al cospetto di tutta questa ricchezza musicale nata nella nostra nazione, qualsiasi band viene in secondo piano rispetto all'esordio discografico dei Grandine. Il disco nel mercato non è quotato, ma si trova difficilmente. Urge intervenire.

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