Piccola premessa: molti appassionati di metal non conoscono ancora i Green Carnation, nonostante si tratti di una band estremamente acclamata dalla critica di settore e con un seguito di fans non indifferente. Una delle cause principali per cui band come quella di cui mi sto occupando in questa recensione non ottengono la notorierà che meriterebbero è senza dubbio da ricercare nel 'fanboysmo' sfegatato di molti che preferiscono acquistare l'ultimo/ennesimo best-of di band quali Iron Maiden o Pink Floyd (questo per fare un esempio? sia chiaro sono esclusivamente le prime due che mi sono passate per la mente) piuttosto che orientarsi su musica 'fresca', quale ad esempio quella dei Green Carnation.
Cercare di modificare questa tendenza a livello globale è probabilmente impossibile, data la stratificazione commerciale che vi è dietro gruppi cosidetti 'storici'. Tuttavia modificare questa tendenza nel 'piccolo', ad esempio prendendo in oggetto ciò che accade su questo sito, è secondo me possibile. Scendendo nello specifico, e appunto riferendomi a quello che spesso ho avuto modo di vedere qui, ho notato come quando esca una recensione ad esempio sui Dream Theater (vale per loro la stessa precisazione fatta sopra per Maiden e Pink Floyd) ci siano decine di persone che si gettano a capofitto in commenti a sproposito, scrivendo che il disco è già stato trattato centinaia di volte etc. Ecco, a tali persone vorrei dire: invece di perseverare in tale comportamento, evitate di sprecare le vostre forze commentando tali recensioni. Semplicemente ignoratele e dedicatevi a dischi e artisti a voi sconosciuti. Altrimenti non lamentatevi affermando che:
1) Vengono recensiti sempre gli stessi dischi dei soliti noti.
2) La musica metal attuale è in parabola discendente?
Visto che sopratutto sul secondo punto non sono pienamente daccordo, e i Norvegesi Green Carnation lo dimostrano con questo sublime "Light Of Day, Day Of Darkness" (2001).
Fine premessa.
Il discorso è semplice. Si tratta molto probabilmente della migliore musica metal dai tempi di "Morningrise" (1996) degli Opeth; della migliore musica progressive dai tempi di "V: The New Mithology Suite" (2000) dei Symphony X e dalla miglior 'opera magna' dai tempi di "Power Of The Dragonflame" (2002) dei Rhapsody.
I Norvegesi Green Carnation sono una band post-death metal, questo significa che nei loro dischi troverete un growl sospirato, quasi melanconico: ma nient'altro di più estremo, anche se tuttavia sono evidenti (ad esempio) nelle chord progression influenze provenienti da death, doom e goth. Ma diversamente dalle 'altre' band post-death metal, la musica dei Green Carnation è molto 'progressive', in qualunque senso si voglia intendere tale accezione.
Light Of Day, Day Of Darkness è composto da un'unica mastodontica ed epica traccia da 60 minuti in cui si rincorrono i 'reprises', vi sono continui cambi di ritmo e di partitura il tutto misto a tastiere con suoni ad 'ampio respiro' come mai ho avuto modo di sentire in un disco metal. Tutto è gestito magistralmente e tutto gira costantemente su se stesso, rendendo possibile così l'evoluzione di melodie che hanno il compito di reggere tutto l'impianto sonoro.
Oltre ai 5 artisti che formano i Green Carnation vi sono 9 'guest artists' che contribuiscono a rendere brillante questa composizione, il tutto coadiuvato da due cori contenenti oltre 20 persone. L'opera risulta molto complessa e ben texturizzata, ma allo stesso tempo estremamente accessibile fin dai primi ascolti. Segnalo anche che il disco è stato inciso usando 150 tracce ed oltre 600 samples. La produzione è meravigliosa.
Il mood del disco è ovviamente quello oscuro comune a tutte le opere death. Per rendervi un'idea di cosa incontrerete in questo disco vi faccio un esempio: immaginatevi i Dream Theater sotto anti-depressivo, questo è quello che si percepisce dopo aver inserito il disco nel lettore cd e schiacciato play. Ma non spaventatevi, la composizione è di così estrema ampiezza che non soffrirete il 'lato negativo' dell'esempio fatto da me prima; e chi ha orecchie per intendere intenda.
Parlando del disco segnalo la presenza di una lunga parte strumentale che ricalca molto quanto fatto dai succitati in "Stream Of Consciousness"; e di una caldissima voce femminile quasi 'a-cappella' che ricorda "The Great Gig In The Sky" dei Pink Floyd. Ci sono poi alcune parti cantate che ricordano molto lo stile vocale dei Tiamat e numerosi cori realizzati in parti uguali da voci adulte e da voci 'giovani'. L'unico elemento che manca è il classico cantante metal, ma si, probabilmente avrebbe 'stonato' in questo lavoro; e alla fine il risultato è già stellare così.
Uno dei suoni più belli della musica metal contemporanea è rappresentato (secondo me) da sporchi riff di chitarra misti a tastiere fluttuanti in sottofondo. Bene, di suoni del genere in questo lavoro ne troverete a tonnellate; e per aggiungere varietà al tappeto sonoro troverete anche molte chitarre acustiche su pad effettati, sessioni d'archi, sax e sitar.
Perchè dare 5 stelle a questo lavoro? Provate ad ascoltarlo.
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