Verona's thrash bay area?
No, non sono diventato matto tutto ad un tratto, anche se giuro che ci manca poco, ma visto il prolificare sempre più crescente di giovani band provenienti dalla città veneta, oramai sempre più agguerrite e potenzialmente competitive sotto ogni punto di vista, si potrebbe benisimo indurre ad un paragone, sempre con le dovute e debite distanze, per carità, fra la spendida città dell'amore, e la tanto osannata scena musicale della Frisco di qualche decina di anni addietro, e la riprova più tangibile di quanto ammesso in precedenza, è naturalmente l'avvento dei new comer Ground Control che con il loro debutto "Insanity" si apprestano senza alcun dubbio a raccogliere le simpatie e la stima degli appassionati di certe sonorità titpicamente US style.
A dire la verità, i quattro ragazzi non sono proprio dei novellini chiamati alla prova del nove, essendosi formati nel lontano 1996 grazie all'alchimia fra l'apprezzato singer degli Arthemis Alessio Garavello, qui alle prese anche con la sei corde, ed il guitar player Fabio Cavallaro, principalmente come cover band di vecchi classici della scena thrash degli eighties, modificando di anno in anno il proprio status di metal band a tutti gli effetti, con l'apporto di sostanziose modifiche all'interno della line up stessa della formazione scaligera, che li ha condotti alla pubblicazione di un primo demo lo scorso anno, e del full lenght album oggetto della nostra recensione quest'anno.
Assoldata una sezione ritmica versatile ed efficace nelle persone di Giovanni Raddi al basso e Fabio Perini alla batteria, i Ground Control, com'è giusto che sia, si rendono artefici di una superba prova discografica che, non tradendo affatto le proprie radici sempre e comunque ben salde all'interno di una corrente musicale tipicamente statunitense, facendosi portavoci di un roccioso quanto energico techno thrash metal proposto in maniera oserei dire quasi impeccabile, contraddistinto da una pulizia d'esecuzione e tecnica, condito da un rifforama nervoso ed incalzante, caratterizzato in parte da quei fulminei stop and go tipici del modus vivendi di mostri sacri del calibro dei primi Annihilator, Megadeth, Testament, caratteristiche alle quali i quattro aggiungono naturalmente una creatività compositiva facente comunque parte del proprio bagaglio artistico che aiuta, se non altro, a rendere maggiormente accattivante un disco di per se quasi esemplare!!!!
Registrato magistralmente ai remaster studios di Vicenza sotto la supervisione del duo Nick Savio/Tony Fontò, masterizzato dal maestro Karl Groom (Treshold) in terra d'albione, "Insanity", immesso sul mercato dalla neonata Punishment 18 records di Cossato (!!!), non poteva non essere un piccolo masterpiece del genere preso in esame dai nostri, inanellando una serie di ottime composizioni, ben dieci a dir la verità, in cui la tecnica e l'estro chitarristico della coppia Garavello/Cavallaro, si insinua pur sempre all'interno di un songwriting reso quasi perfetto dal connubbio potenza/melodia, spingendosi nella costruzione di ambiziose e variopinte architetture sonore sempre e comunque d'ottima fattura compositiva, come nel caso della deflagrante accoppiata iniziale "Days of Justice/Insanity (In my mind)" songs nelle quali i nostri mettono in mostra una tecnica davvero invidiabile fatta di scale armoniche e potenti e fantasiose ritmiche tipicamente thrash metal, o il richiamo tipicamente Megadeth-iano, con tanto di riffing esotico, di "Vortex of violence" prima e di "Free your soul" poi, che sembrano quasi uscite da quel "Rest in peace", che più volte ritorna alla memoria durante l'ascolto di questo disco, mostrandosi a proprio agio sia nelle parti più classicamente speed, che ne i frangenti più volutamente melodici come nel caso della splendida "Alone" caratterizzata da una prova sublime del buon Alessio Garavello, sicuramente uno dei migliori nel suo campo, e non solo. Di tutt'altro acchito sono invece la più accesibile ed orecchiabile "Oriental sorrow" forse la più ordinaria del lotto, e la strepitosa cover del classico "Metal Thrashing Mad", vero e proprio tributo ai newyorkesi Anthrax fra i padri putativi del genere.
Un disco competitivo e superbo sotto ogni aspetto, produzione, grafica, eleganza tecnica comoprese, il migliore dai tempi dei vari "Withdraw from reality" dei Broken Glazz e "Tension at the seams" dei redivivi Extrema, band dalle quali raccolgono una grande e pesante eredità, gli estimatori del genere sono dunque avvisati.
Elenco e tracce
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