«E poi c'è questo uccello canoro che pensa di morire ogni volta che cala il sole. E la mattina quando si sveglia è così sconvolto di essere vivo che si mette a cantare la sua melodiosa canzone. Io canto ogni mattina da quando ti conosco... »
Questa è una delle frasi più toccanti e forse anche più significative del film. A pronunciarla è la protagonista femminile, Annabel Cotton (Mia Wasikowska, l'Alice di Tim Burton) che nel film è una sedicenne malata terminale di cancro. La ragazza incontra per caso, durante un funerale, Enoch Brae (Henry Hopper), un giovane diciassettenne che ha perso entrambi i genitori e da allora frequenta i funerali di gente sconosciuta.
Il film racconta questa avvincente storia d'amore tra i due ragazzi che devono, nonostante la loro giovane età, affrontare la morte, le prime esperienze amorose e anche il fantasma di un kamikaze giapponese morto durante la seconda guerra mondiale. Nonostante l'argomento drammatico, il film non si presenta come una storia strappa lacrime, anzi non mancano i tratti più ironici (e anche alcuni un po' noiosi). E' bello vedere dei personaggi con delle così spiccate personalità, anche se forse ormai la ragazza malata che non ha paura di morire è un cliché un po' troppo visto. Molto interessante è invece il protagonista maschile, Enoch, che ossessionato dalla morte dopo l'incidente dei suoi genitori crede addirittura di vedere un fantasma, Hiroshi che fa un po' da grillo parlante in tutta la vicenda. Non può ovviamente mancare l'improvviso punto di rottura tra i due giovani che nonostante cerchino di vivere la loro storia senza dar troppo peso alla morte quasi imminente della ragazza saranno poi costretti a farci i conti. Purtroppo guardando il film non posso fare a meno di notare che manca qualcosa. Quel qualcosa che di solito favorisce l'immedesimazione dello spettatore. Non so dire di cosa si tratti ma purtroppo devo ammettere che questo film non mi ha coinvolta emotivamente come avevo pensato (e anche un po' sperato). Ero subito rimasta colpita dal trailer per cui, come spesso capita, mi aspettavo chissà che cosa. Invece si è rivelato un film dalla trama abbastanza semplice, con una storia di fondo particolare ma non troppo e con un coinvolgimento dello spettatore abbastanza scarso.
Le opinioni sul film sono abbastanza varie; c'è chi lo ritiene come un melodramma sul senso della vita e vede nel protagonista già un grande uomo, capace di affrontare drammi più grandi di lui, e che addirittura visto i drammi che ha vissuto si ritrova ad avere come (unico) amico immaginario un fantasma (e in tutto ciò sono pienamente d'accordo). Ma c'è chi invece storce il naso e trova l'interpretazione della Wasikowska molto scadente e poco originale, così come quella di Hopper. In questo non sono d'accordo, anzi credo che l'interpretazione dei due ragazzi sia notevole, anche considerata la loro giovane età e forse anche un po' di inesperienza ( Hopper è un giovane esordiente). Il film è stato comunque presentato alla sezione Un Certain Regard del 64° Festival di Cannes, ma senza vincere.
La storia è comunque dolce e commovente, un film per ragazzi ma non solo. Da vedere un sabato sera o quando si ha un po' di tempo libero, ma comunque non aspettatevi un gran film che vi faccia star svegli tutta la notte dopo averlo visto.
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