Non saranno certo degli innovatori, non proprorranno musica variegata, e neanche canzoni complicate dal punto di vista compositivo, non avranno un songwriting complicato, ma stranamente funzionano. Questi sono gli Hammerfall, gruppo svedese che vede il proprio inizio nel 1997, con la pubblicazione del loro primo album "Glory To The Brave", album che ha un'importanza storica fondamentale, poichè stata la testimonianza della rinascita del genere Power, genere che nella prima metà degli anni 90' era andato a perdersi, sopratutto con gruppi capostipiti come gli Helloween. Dal '97 fino ad oggi gli Hammerfall non hanno cambiato di una virgola il loro sound, basando la loro musica su mid-tempi epici con cori facilmente assimilabili e con la voce di Joacim Cans a fare da contorno, voce che se vogliamo in alcuni casi è stato il punto debole degli Hammerfall, eccessivamente acuta e pulita in alcuni casi, nei quali invece era richiesto un tono più graffiante. Ma a parte ciò, gli Hammerfall che vediamo oggi sono rimasti praticamente identici.
Un punto di cambiamento nella loro carriera è stato decisamente "Infected", album risalente al 2011 che vedeva il gruppo suonare con influenze doom, e che fu un cambiamento più o meno accettato dai fan, ma che non si adddiceva per niente allo stile tipico degli Hammerfall. Reduci quindi da un album nel complesso buono come "(r)Evolution, pubblico e critica si aspettavano dal gruppo svedese una sorta di ritorno alle origini nell'album successivo. Nel 2016 viene finalmente rilasciato "Built To Last", un album che necessita di un accorgimento importante, prima di passare a vedere le canzoni. Questo è stato il primo album ad uscire sotto l'etichetta della Napalm Records, e che quindi andava a rompere il sodalizio durato per quasi venti anni con la Nuclear Blast Records. Questo cambiamento, dettato sia dalla voglia del gruppo di cambiare, ma anche dall'etichetta che vedendo i risultati degli ultimi album non proprio appaganti ha deciso di interrompere la collaborazione con gli Hammerfall. Il risultato che ne esce, che all'inizio poteva essere considerato rischioso, è uno dei migliori mai scaturiti dal gruppo.
Con una copertina finalmente degna di questo nome, l'album si apre con ottimi pezzi tra i quali spiccano "Hammer High", che risulterà un'autentica bomba in sede live, e "The Sacred Vow", dove Joacim dà probabilmente una delle sue prove migliori. La ballad "Twlight Princess" invece è un ottimo lento, ma caratterizzato da una durata leggermente eccessiva. La titletrack riesce a rivelarsi come la miglior canzone dell'album, anche se in alcuni pezzi strizza l'occhio a "The Way Of The Warrior", presente nel terzo album della band, "Renegade". Di forte impatto ed assolutamente godibili invece sono "Stormbreaker", "The Star Of Home", e l'opener "Bring It". La produzione è una delle migliori, ma in generale gli Hammerfall non hanno mai rilasciato dischi con una produzione pessima, anzi.
Con una costanza da premiare, gli Hammerfall si riappropiano del suono che li aveva caratterizzati agli esordi, riuscendo a far rimanere intatta quella potenza ed energia che li ha sempre contraddistinti. Non sono pochi quelli che criticano band di questo genere per i motivi citati ad inizio recensione, ma se ciò che si critica a questo gruppo svedese è il fatto di non cambiare mai, di ripetere sempre le stesse cose, ma fatte bene, allora chiedo....Voi avete questa costanza?
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