E per favore non mi rispondete come fa il prete eh? Vi sto per fare una domanda importante, non vorrei che ve ne usciste con un indefinito: “è un mistero”. Per favore no. Prendete fiato:

Vorrei sapere perché dischi come questo (un capolavoro incredibile di composizione, esecuzione, inventiva, improvvisazione e tecnica, un mix letale delle Jam à la Allman Brothers Band con le composizioni lisergiche à la Grateful Dead e il Dadaismo improponibile della Magic Band, il cui ascolto è una libidine infinita, una deflagrazione incontenibile di suoni da riascoltare mille volte, per scoprire ogni volta mille sfaccettature nuove, e mille nuovi motivi per rimetterlo su di nuovo non so quante diavolo di volte, 90 minuti di assurda qualità musicale imparentata perfino con le (s)composizioni dei Pere Ubu e le follie invereconde del più eclettico degli Zappa; uno di quegli album dei quali non sai dire se è in anticipo o in ritardo sui tempi perché semplicemente è rimasto fuori dal tempo e dagli schemi, sbattuto fuori dalla logica immonda del “Quanti diamine di dischi hai venduto? Zero? Allora vali Zero”) li si debba sempre scoprire per caso, grazie alla dritta di un amico, o su un impolveratissimo dizionario Rock degli anni 70 e mai perché sono là dove meritano di essere, nell’olimpo dei più grandi capolavori di sempre. 

E non mi dite che è un mistero, per favore, questa l’ho già sentita.

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