Se la scena dell’ indie-rock italiano è in fermento lo si deve anche a questi piccoli gruppi di provincia che ogni tanto provano a buttare manciate di sassolini nello stagno della musica italiana, in troppi casi ancorata ai soliti nomi. Questo è un gruppo che la sua piccola parte di storia la sta già facendo, avendo raggiunto nel corso di quasi una decina d’anni di attività, diverse finali a concorsi anche importanti (ad esempio Rock Targato Italia 2004) ed attestazioni di stima da alcune riviste specializzate (Mucchio Selvaggio e Rumore in testa). Hanno una direzione musicale che va dai Massimo Volume ai primi Afterhours, ai Marlene Kuntz più estremi, musica che si può classificare tranquillamente sotto il genere “noise”, questi ragazzi provenienti da una insospettabile landa bresciana. Sono arrivati al loro quarto mini-CD e devo dire che si tratta di un prodotto a livello nazionale, la registrazione e il missaggio sono stati curati da Fabio Magistrali (incredibile, un produttore che ha lavorato e lavora nei principali studi e con i più famosi gruppi di rock indipendente italiano ha accettato di passare quattro giorni quattro in uno sperduto baraccone vicino a Edolo per produrre cinque entusiasti ragazzi, va beh, questo fatto dovrebbe servire da garanzia).
E’ un concept-album sui serial killer, infatti quattro dei cinque pezzi che lo compongono ha come sottotitolo il nome di un serial killer famoso (Jeffrey Dahmer, Robert Berdella, Jack the Ripper) e la musica, urticante e cattiva la punto giusto, si sposa benissimo con i visionari testi di Phoppa che da parte sua li declama con una convinzione quasi preoccupante, si capisce benissimo che le parole gli vengono “ di stomaco” più che di testa. Avendoli visti più volte provare e registrare, posso dire che la parte musicale si scrive praticamente in studio, man mano che i ragazzi sviluppano le loro idee mentre suonano. E’ un noise con pezzi abbastanza cantilenanti, inframmezzati da improvvise esplosioni sonore, anche usando uno strumento per rumorismi come il theremin (si usa passando le mani sopra un laser e creando quindi fischi, mugolii e altre svariate serie di rumori). Le canzoni si intitolano “Ho il veleno nella testa (Robert Berdella)”, “Vene di cristallo (Jeffrey Dahmer II”), “Giocattoli (Jack the R.”), Forma aldeide (Jeffrey Dahmer)” e “Io mi uccido”. Di Phoppa e dei suoi testi malati e pazzi ho già detto, i due chitarristi, rumoristi e acidi, sono Andrea Mazzoleni e Fabio Pedrotti, al basso c’ è Fiorenzo Basioli, mentre dietro una fiammante batteria DW Drums Collector’ s Series siede Aldo Fogazzi. Li si può comodamente conoscere, contattare e ascoltare visitando il loro sito
Ho il veleno nella testa
Il senso delle cose mi distrugge
Decido di restare nudo, senza occhi
E scopro il tempo delle mie visioni
E’ solo un senso di squallore pari all’ idea che ho…
Della mia pazzia… della mia pazzia
Probabili visioni sulle cornee
Ma sembra un vantaggio questa notte
Di fronte al cambio delle mie prigioni
Senza un solo soffio al cuore, senza un solo attimo
Di mediocrità… Di mediocrità…
Non resta che tremare, oh mia cara
Hai solo preso i tratti di una cagna
O forse non li avevo mai notati
Non vedo l’ ora di poggiare il nero del mio alito
Sulla tua agonia! Sulla tua agonia!
Fai parte di me… fai parte di me… Fai parte di me… fai parte di me…
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