La figura di Hanns Heinz Ewers è ben inquadrabile nel contesto della rinascita della letteratura del terrore in Austria e Germania che avvenne fra fine ‘800 e inizio ‘900. Il suo nome è quindi accostabile a quelli di Gustav Meyrink, Alfred Kubin, Oskar Panizza, Leo Perutz e Karl Hans Strobl.

Questi scrittori furono i principali artefici che diedero impulso in Austria e Germania, sotto la forte influenza dei maestri riconosciuti del genere come Poe (Ewers scrisse un memorabile saggio sullo scrittore americano), Hoffmann, Villers de L’Isle Adam, Nerval e altri, a una nuova letteratura fantastica che voleva essere una rivolta “ideale” contro la cultura imperante del positivismo e del capitalismo.

Stilisticamente, questi nuovi “canoni” artistici, produssero un’estetica letteraria che faceva largo uso di stilemi decadenti e grotteschi e che attingeva spesso a tematiche allora fortemente diffuse come occultismo ed esoterismo. Non va infatti dimenticato che all’epoca in Germania pullulavano numerose sette di derivazione teosofica.

Nato a Dusseldorf nel 1871 Ewers è affascinato sin da bambino dall’atmosfera cupa del folklore tedesco. La sua figura è una delle più originali, eccentriche e anticonformiste del periodo e i suoi racconti furono apprezzati persino dallo stesso Adolf Hitler.

La sua narrativa rimane sempre in bilico fra conscio e inconscio, grottesco, occulto ed erotismo deviato in cui spesso la donna è identificata come un simbolo di morte e bellezza. Questa della “femme fatale” è una tematica di derivazione decadente (grande è infatti l’ammirazione di Ewers per Oscar Wilde) che lo scrittore tedesco sfrutta però magistralmente in molte sue novelle, infarcendola spesso di pulsioni di sadismo e masochismo.

In particolare nel suo racconto capolavoro “Il ragno” il tema è portato alla perfezione. “Il Ragno” viene continuamente ristampato anche oggi e non può assolutamente mancare in nessuna biblioteca di narrativa del terrore: si assiste alla tragica fine, in un stanza di un piccolo albergo di Parigi, di uno studente che diventa una sorta di marionetta senza più energie in balia di una donna che viene appunto identificata con un ragno.

È un peccato che non sia mai stata fatta una versione cinematografica di questa gemma a meno di non considerare “L’Inquilino del terzo piano”, famosa pellicola di Polanski tratta da un romanzo di Roland Topor che si ispirava palesemente a “Il Ragno”.

Il racconto venne anche pubblicato nel 1910 in un’antologia edita dalla celebre casa editrice Georg Muller di Monaco, che in quel periodo incontrava un notevole consenso di pubblico, alternando classici del terrore come Poe e Gogol ai nuovi autori del periodo come Meyrink, Kubin e Strobl.

Oltre ai racconti, Ewers è celebre anche per alcuni romanzi carichi di immagini suggestive e cruente come nel noto “Mandragora” (Alraune -1911), libro più volte adattato per il cinema, in cui il corpo femminile è visto come l’anticamera dell’Inferno. Si tratta di un’immagine potente che affonda le sue radici nelle leggende del folklore tedesco del Medioevo e che porta alla luce tutta la carica devastante di simbolismo oscuro, satanico e profetico in cui Ewers era maestro.

Questo volume fa parte della cosiddetta trilogia di Frank Braun, sorta di alter-ego dello stesso Ewers. Frank Braun è infatti anche il protagonista dissoluto di altri due romanzi molto noti dello scrittore tedesco : “L’Apprendista stregone” (1907) e “Il vampiro” (1921).

Anche in questi libri le tematiche uniscono mirabilmente erotismo e misticismo in un connubio delirante e decadente che immerge il lettore in un universo di alienazione mentale.

Va poi ricordata la sua collaborazione alla sceneggiatura del film “Lo studente di Praga”, uno dei capolavori dell’Espressionismo.

In Italia, a parte la ristampa de “Il Ragno” e di qualche racconto sparso, non ha avuto purtroppo la stessa notorietà che è stata concessa a Gustav Meyrink e Alfred Kubin. La sua migliore raccolta è stata edita nel 1972 dalla collana IL SIGILLO NERO delle Edizioni del Bosco (“Il Ragno e altri racconti del terrore”).

Grande viaggiatore, Ewers visitò a lungo L’Europa e si recò in Sudamerica e successivamente negli Stati Uniti dove venne imprigionato a causa dello scoppio della Grande Guerra. Morì nel 1943 a Berlino, indebolito dalla tubercolosi e da problemi personali.

Bibliografia italiana essenziale

Il Raccapriccio (La Nuova Italia Editrice – Venezia -1921)
Brividi (Sonzogno – Milano – 1927)
Mandragora (Ed. Cappelli – Bologna – 1922)
Il Ragno e altri racconti del terrore (Il Sigillo Nero –Editore Del Bosco – Roma 1972)
I Cuori dei re e Altri Racconti (Edizione la Conchiglia – Bari – 2005)
Red Brain (Urania supplemento n. 21 -2005 – a cura di Dashiel Hammett – contiene “Il Ragno”)
Hanns Heinz Ewers.Il Mago del Terrore (Hypnos – rivista di letteratura e fantastico – Milano – 2009)
Margherita Cottone “La letteratura fantastica in Austria e Germania ( 1900-1930 ) – Gustav Meyrink e dintorni” (Sellerio editore Palermo – 2009)

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