“Gli Harmonia sono il più importante gruppo rock del mondo”
Brian Eno.

Con queste parole, il guru elettronico inglese definisce il progetto messo in piedi a metà degli anni 70 da Michael Rother (esule dai Kraftwerk prima e dai Neu! in seguito) e da Hans-Joachim Rodelius e Dieter Moebius (i Cluster, altra leggenda della musica cosmica tedesca). Questi ultimi, da tempo improduttivi, si erano ritirati nella campagna tedesca, nel tranquillo borgo di Forst, dove avevano creato il loro piccolo studio di registrazione, che prendeva il nome proprio dal paese che li ospitava. Rother stava attraversando un periodo di forte ambasse produttiva e cercò pace e conforto proprio nel ritiro spirituale dei Cluster.
La leggenda narra di epiche sessions, completamente libere da ogni schema, piuttosto che da costrizioni/costruzioni musicali, dove la chitarra di Rother guidava le tecnologie di Moebius e Rodelius dentro a territori di pura sperimentazione melodica d’avanguardia sintetica, tentando nel contempo di esplorare le più recondite profondità dello spazio. Il risultato ebbe un forte impatto emotivo persino sui protagonisti, che decisero di usare alcune di quelle sessions per la realizzazione di un disco ed il nome che scelsero per il progetto venne fuori in maniera del tutto naturale, una sera in cui Rodelius, tentando di descrivere questa musica, la definì “la perfetta sintesi dell’armonia”.
L’etichetta di culto Brain (già “responsabile” della stampa dei lavori dei Neu!) non si fece sfuggire l’occasione e nel 1974 licenziò il loro debutto, “Musik Von Harmonia”. La musica qui contenuta è di difficilissima definizione (impossibile…???) come ebbe a dire perfino Julian Cope nelle pagine della sua ‘Guida Personale alla Grande Musica Cosmica – Krautrocksampler’: “questi pezzi sono difficili da raccontare. In un certo senso sono dei bozzetti, ma anche qualcosa di più, occupano vaste distese di suono per poi scomparire dentro il cosmo che scorre”.

Non mi permetto, quindi, io di cercare di spiegare cosa siano “Watussi”, “Dino”, “Veterano” o la sublime “Sehr Kosmisch”; mi limito solamente a considerare “Musik Von Harmonia” uno dei vertici espressivi più alti toccati dalla musica (nel senso più ampio e nobile del termine), di difficile comprensione se non si è mai stati predisposti e mentalmente aperti a viaggiare nello spazio e nel tempo.

 “Esiste una regione tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere. È la dimensione dell’immaginazione. È una regione che potrebbe trovarsi… ai confini della realtà” così Rod Serling introduceva ogni episodio del suo serial tv “The Twilight Zone”, e forse è proprio da lì che esce la musica degli Harmonia.

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