Dove andrà a morire la generazione impazzita dei pischelletti di oggi? Cosa hanno in testa, oltre l'alcool, la droga e un'idea deviata di sesso? Probabilmente nulla e forse è proprio questo quello che Korine ci vuole trasmettere: l'assoluta mancanza di valori nelle nuove generazioni.

Facciamo però un passo indietro: Harmony Korine fin dall'uscita di "Gummo" nel 1997 è stato al centro di critiche, discussioni, analisi. Probabilmente sono state queste a donargli quell'aura di regista "cult" più frutto dell'etichetta che gli hanno addossato che della sua reale capacità artistica. Ma al di là di considerazioni sul passato del cineasta è proprio l'ultimo lungometragio, "Spring Breakers", quello che ci può dire dovre andrà a parare in futuro Korine.

Il soggetto è di quelli che può far storcere il naso e il sottoscritto ha avuto molti dubbi nell'approcciarsi a questa pellicola: trailer, sensazioni, pareri ascoltati qua e là, nomi delle attrici. Troppe cose puzzavano di bambocciata "accalappia" puttanelle del nuovo millennio. Il risultato, seppur con qualche trovata "bambinesca" è l'esatto contrario di quanto mi sarei immaginato.

Il film è stato accolto in maniera decisamente ambivalente: io faccio parte di quelli a cui è garbato e lo dico fin da subito per evitare qualsiasi tipo di salvataggio in calcio d'angolo.

Quattro ragazze annoiate dalla monotona vita del college. Bisogna cambiare aria, cambiare vita, svegliarsi. Da bambine ad "adulte". Korine tra le altre sceglie Vanessa Hudgens e Selena Gomez, volti "puliti" che hanno mostrato in tv la loro purezza di ragazzine nei programmi del divertimento infantile: le icone che fanno divertire i bambini non ancora in doppia cifra. Scelta non casuale quella di inserirle in un contesto che è proprio il collasso delle nuove generazioni.

La pellicola è la messa in scena dell'inferno che vivranno le quattro ragazze. Un inferno che è autocreato, che risponde alle esigenze di una libertà effimera. Non c'è consolazione nel film di Korine, ma solo la constatazione di un mondo giovanile che sta scivolando verso il baratro. Il denaro facile, il "divertimento", la pretesa di sentirsi grandi. Un ensemble che Korine ci mostra con una fotografia vivida, pulsante e una colonna sonora spesso in primo piano. Anche in questo senso non è un caso che una delle scene più significative sia incentrata su una canzone di quella che è stata un'altra icona giovanile, Britney Spears.

Il film si evolve in modo non del tutto convincente: la sottotrama che vede implicato un James Franco delirante è quantomeno un po' forzata. Il suo conflitto con un minigangster della zona sembra essere buttato lì per caso, quasi per dare un'improvvisa svolta thriller ad un'opera che resisteva proprio perchè ben indirizzata su un determinato aspetto.

Nel complesso resta comunque un film che nel racconto "giovanile" traccia le linee di una deriva che è evidente e che si manifesta anche nel nostro paese. Le baby-squillo, i casi sempre più frequenti di prostituzione per il nuovo iphone sono lì a dimostrarcelo. Korine costruisce su tutto questo un'opera dura il giusto, coinvolgente, anche "astuta" nella sua messa in scena. Con in più una gran sequenza da segnalare: quella in cui con un lungo piano sequenza Korine ci mostra dall'interno di un'auto la rapina che permetterà alle nostre sgambettate di pagarsi la vacanza. Così come c'è da segnalare sul piano formale la ripetizione ossessiva delle frasi, quasi a voler sottolineare il senso di straniamento e "dilatazione" del tempo vissuto attraverso l'alcool e le droghe.

Un film che va assaporato nelle sue varie sfaccettature.

Tre stelline e mezzo.

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